Traffico privato, mezzi pubblici, sharing e pedoni: indagine sulle cause di una mobilità malata

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Roma – Traffico privato, mezzi pubblici, sharing mobility e migliaia di pedoni si muovono ormai in quella che è considerata, soprattutto nelle metropoli e nelle città più grandi, una giungla urbana”.

Giungla dunque nella quale e dentro la quale, alle violazioni del codice della strada e allo stato precario delle vie di comunicazione, ne siamo sempre più consapevoli, si aggiunge – come abbiamo visto dall’indagine condotta da Authoriality per Dentsu Creative, effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su un campione di 1200 italiani – un fenomeno più subdolo e recente, la “mobilità maleducata”, causata da stress, noncuranza e poco rispetto per sé e per gli altri.

E ci si domanda, è naturale e logico, quali sono le ragioni scatenanti dietro a questa crescita eccessiva?

Un primo spunto è arrivato dalla rivista statunitense The Atlantic, secondo cui per esempio i cittadini americani risultano in generale più arrabbiati e stressati a causa, in particolar modo, del lavoro e questo si ripercuote inevitabilmente sul comportamento adottato nella vita privata e nella modalità con cui vengono svolte le diverse attività quotidiane, tra cui la guida del proprio veicolo e, banalmente, anche il semplice rispetto delle normative stradali.

La psicanalista Vera Slepoj spiega così questo comportamento: “In maniera inconsapevole, quando si è in strada si pensa di entrare in una zona di proprietà e si disinnescano tutta una serie di criteri sociali. La macchina, la bicicletta, il monopattino, la moto diventano la casa, una sorta di estraneazione dal mondo esterno: nella macchina si parla, si litiga, si mangia, si dorme. Esiste una visione limitata dei rischi, una sorta di ignoranza legata all’uso dei mezzi. L’aggressività alla guida è l’estensione di un’aggressività soggettiva dell’individuo; la tendenza a non controllare questi stadi è molto alta”.

Per cui? “Occorre fare una campagna massiccia sulla conoscenza di mezzi come monopattini e biciclette. Conoscenza, consapevolezza e senso di responsabilità verso gli altri sono fondamentali per una mobilità gentile”.

(2 – continua)

Fonte: SeaReporter.it

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