LA SPEZIA – “Non possiamo che confermare, che da dicembre 2022, (periodo di richiesta da parte di Consorzio Asterix e Tsl di apertura di procedura Cigo) unitariamente a Cisl e Uil siamo impegnati ad affrontare la gestione di un momento di difficoltà, causato dal calo dei volumi del terminalista Lsct”.
Così Stefano Bettali interviene per La Filt Cgi La Spezia in risposta ai corrispondenti sindacalisti di Cisl e Uil sulla complessa vertenza in un momento non facile per la portualità che spiega così: “Questo impegno, ha contribuito, alla convocazione di un Tavolo di Confronto, con la mediazione della Presidenza dell’Autorità Portuale che ha prodotto un lodo, sottoscritto da tutte le parti in causa, (Filt Cgil compresa) molto importante. E’ bene che tutti i lavoratori sappiano, che quel lodo, si pone sostanzialmente due obiettivi: il primo un possibile nuovo accordo sulle tariffe tra il terminalista e i consorzi, che e di natura assolutamente privatistica pertanto estraneo alle volontà sindacali. Il secondo invece di principio sulla gestione della crisi stessa che è esplosa nei consorzi e che stabilisce le seguenti condizioni:
1) Gli eventuali periodi di Cigo (quindi l’ammortizzatore sociale non è escluso) saranno ridotti al minimo indispensabile e saranno adottati solo dopo aver esperito la ricerca di soluzioni alternative
2) Sarà perseguita la massima rotazione fra il personale, allo scopo di rendere minima possibile l’incidenza salariale sui singoli lavoratori.
3) Saranno individuate con il contributo di tutti i sottoscrittori del presente documento, soluzioni per consentire l’anticipo dei pagamenti da parte delle imprese, e un integrazione delle differenze paga, in modo da assicurare la continuità salariale dei lavoratori.
4) l’utilizzo nell’ambito degli strumenti previsti dal “Piano dell’organico del Porto”, di piani straordinari ed integrativi di formazione professionale, finalizzati all’aggiornamento ed alla riqualificazione professionale dei lavoratori, anche allo scopo di contenere il numero di giornate di Cigo.
Eagles Services, poteva chiedere di accedere a tale lodo, pertanto sarebbe entrata a pieno titolo nello stesso, usufruendo degli stessi trattamenti, si sarebbe potuto studiare piani di formazione retribuiti per non licenziare per esempio…. O comunque ricorrere alla Cassa come abbiamo già detto, senza licenziare nessuno.
Confermiamo di aver condiviso, un percorso unitario sui contenuti dell’intesa poi sottoscritta solo da Cisl e Uil.
Il nostro mancato consenso nasce dal fatto che l’Azienda si è rifiutata di fornire dati sulle prospettive future è non si è presa nessun impegno di riconoscimento di alcun tipo nel caso in cui ci fosse una forte ripresa del lavoro.
Ripresa che se avverrà come noi auspichiamo, comporterà turni massacranti in estate e senza ritorno economico, col rischio più che probabile, che mentre ai lavoratori si chiede un ulteriore sacrificio, l’ Azienda chiuda la fine dell’anno con un utile importante e risparmi pure sui salari dei lavoratori.
Bastava che l’Azienda trovasse il modo di inserire una clausola… e spiegasse i dati (cosa peraltro ampiamente promessa ad inizio trattativa)
La scusa di non volerli fornire a causa della fuga di notizie sui giornali, di cui ci siamo assunti la piena responsabilità al tavolo (altro che fuggire), per quanto comprensibile, ci è sembrata una sorta di ripicca.
Noi non disconosciamo i contenuti dell’accordo e nemmeno non siamo disponibili a non fare sacrifici, ma riteniamo opportuno che qualora tale sacrificio, a fronte della ripresa dei volumi non fosse stato “utile”, debba avere un riconoscimento con forme da concordare.
Su questi temi siamo pronti al confronto con l’Azienda al tavolo ( se c’è volontà di farlo), e con Cisl e Uil di fronte ai lavoratori in assemblea. (anche qui se c’è volontà).
Non abbiamo giudicato la scelta di Cisl e Uil (questo lo faranno semmai i lavoratori), ma abbiamo contestato le Aziende e quanto attuato, sia nel caso di LSCT che il più recente caso di Eagle Services. A noi pare fin troppo evidente che quanto sta accadendo nel Porto di Spezia, sia frutto di un mutamento di politica gestionale del terminalista, che non è più intenzionato a fare “da mamma” a tutto il sistema.
Ciò sta comportando le difficoltà degli art 16, e dei loro lavoratori, che vanno messi in sicurezza, ma crediamo sia giusto anche interrogarsi se il comportamento di LSCT, che macina da anni milioni di utili, in una concessione pubblica, in un territorio che non è casa sua, sia di buon senso.
Nessuna legge impedisce a Lsct tale comportamento, però allora si faccia chiarezza, e si decida se si vuole interiorizzare tutti i segmenti di attività portuale, oppure procedere con appalti diversi o nuovi tramite anche proprie controllate. Quello che non è di buon senso fare è, abbassare i costi sulla pelle degli imprenditori locali e dei lavoratori.
Se l’obbiettivo di LSCT è fare utili … per la Filt-Cgil sono la difesa del Porto di Spezia, dei suoi lavoratori e del loro salario, delle imprese del territorio.
Questo è quello che deve fare un sindacato moderno, responsabile e legato al territorio, e crediamo soprattutto, che avvallare certe scelte possa acuire la sempre più marcata mancanza di