“L’autonomia sta prendendo piede più velocemente in mare e sui corsi d’acqua che sulle strade. I nostri sistemi stanno già supportando le operazioni navali in tutto il mondo con e senza equipaggio. Stiamo rapidamente riorganizzando le industrie marittime grazie a un sistema di pilotaggio automatico e all’intelligenza artificiale.
E’ la dichiarazione a dir poco trionfale di Michael Johnson, CEO della società statunitense “Sea Machines Robotics” in contemporanea all’annuncio della riuscita dell’esperimento “Machine odyssey” con protagonista il rimorchiatore autonomo e telecomandato “Nellie Bly”, arrivato ad Amburgo dopo aver completato il percorso di 1.000 miglia nautiche intorno alla Danimarca.
“Nellie Bly” ha infatti completato il suo viaggio in 129 ore operative e in 13 giorni senza equipaggio a bordo ma comandato a distanza da personale marittimo con licenza della Guardia Costiera degli Stati Uniti a 3.000 miglia di distanza a Boston. E poiché The Machine Odyssey è stato un successo e crediamo che presto vedremo l’autonomia diventare un fatto comune – ha pronosticato lo stesso Michael Johnson, come riportato da ShipMag – perché rappresenta il punto di partenza verso una nuova era di operazioni in mare. Negli ultimi due millenni si stima che circa un centinaio di milioni di navi abbiano transitato nelle stesse acque danesi. Sebbene navi, carichi, nazioni e destinazioni siano cambiati, il modo in cui queste grandi navi sono comandate è rimasto praticamente costante, con gli uomini a bordo che prendono decisioni di navigazione, intraprendono l’attuazione del controllo manuale e comunicano da persona a persona. Solo ora stiamo rivelando un nuovo metodo di navigazione”.
“Le navi autonome comandate a distanza – ha spiegato – forniscono alle industrie marittime la piattaforma necessaria per essere competitive nel mondo moderno, offrendo aumenti significativi della produttività e della sicurezza operativa, ultra-efficienza digitalizzata e velocità di risposta. Questa tecnologia fornirà un nuovo mondo di dati operativi utilizzabili per una migliore pianificazione e pratiche commerciali.
Per Michael Johnson dunque “The Machine Odyssey segna l’inizio di una nuova relazione uomo-tecnologia che spingerà le operazioni in mare nel ventunesimo secolo: il successo di questo esperimento ci fa credere che presto vedremo l’autonomia diventare un fatto comune”.
Che cosa si può dire di questo esperimento sotto il profilo tecnico?
Che “Nellie Bly ha impiegato, per la prima volta la visione artificiale a lungo raggio abilitata all’intelligenza artificiale e un sistema di autonomia dal sensore all’elica, il Sea Machines SM300. Le sue caratteristiche tecniche hanno consentito all’imbarcazione la pianificazione del percorso, la percezione del dominio attivo, l’ostacolo dinamico, l’evitamento e la ripianificazione del traffico, il rilevamento della profondità e l’interpretazione dei dati delle carte nautiche”.
Sea Machines afferma che “il 96,9% del viaggio di 1.027 miglia è stato compiuto sotto un controllo completamente autonomo e che l’SM300 ha eseguito con successo ben 31 manovre di prevenzione delle collisioni e di separazione del traffico”.
Utilizzando la fusione multisensore, il sistema ha percepito digitalmente oltre 12.000 miglia quadrate di spazio oceanico in modo più accurato e completo rispetto agli operatori umani. Come detto è stata una squadra di marittimi con licenza USCG a comandare a distanza il rimorchiatore in Danimarca ma da una stazione di controllo a Boston.
Nel suo viaggio, il rimorchiatore ha raggiunto una velocità media di 7,9 nodi. Sea Machines ha raccolto 3,8 TB di dati operativi essenziali che mostrano come le navi possono connettersi facilmente come sistemi IOT all’economia cloud. L’SM300 ha anche fornito ai comandanti remoti a Boston una mappa attiva dell’ambiente e sovrapposizioni “live” aumentate che hanno mostrato in tempo reale l’avanzamento della missione, lo stato della nave, la consapevolezza della situazione del dominio, l’audio a bordo della nave e diversi video da telecamere in streaming.