Genova – Giovanni Toti ha lasciato la sua casa di Ameglia dove è agli arresti domiciliari ed è arrivato a Genova dove è in corso l’interrogatorio iniziato non a Palazzo di giustizia ma nella caserma della Guardia di finanza di Molo Giano, nel porto di Genova.
Ad interrogarlo sono i sostituti procuratori Federico Manotti e Luca Monteverde, titolari dell’inchiesta, ma è presente anche il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. L’area non è stata resa accessibile ai giornalisti.
Ad assistere Toti c’è il suo legale l’avvocato Stefano Savi. I tempi dell’interrogatorio si prevedono lunghi e la giornata di oggi potrebbe anche non bastare.
Come si sa Giovanni Toti aveva fatto sapere di volersi difendere da tutte le contestazioni. Il suo legale aveva infatti anticipato nei giorni successivi all’arresto questa dichiarazione del presidente: “Non ho commesso alcun reato. Ora penso ad arrivare all’interrogatorio preparato per dimostrare la correttezza del mio operato”. Lo stesso avvocato aveva riferito che Toti “sta reagendo positivamente. Studia le carte e lavora”.
Da quanto detto è evidente che il presidente si è preparato per ribadire la sua linea di difesa. E cioè che non c’è stato alcun finanziamento illecito, che quelle ricevute erano erogazioni liberali date da privati cittadini che in cambio non hanno ricevuto nulla, e che le delibere adottate e le decisioni prese sono sempre state “per il bene della comunità”. E, ancora, che le spese erano tutte tracciate, tutto speso per iniziative politiche senza mettersi in tasca nulla.
La conclusione dell’interrogatorio sarà il primo passo verso la richiesta della revoca degli arresti domiciliari che verrà presentata al giudice per le indagini preliminari. E se dovesse essere ottenuta, il presidente, attualmente sospeso dalle funzioni, potrebbe confrontarsi con la sua maggioranza e decidere se dimettersi o meno.
Intanto dopo che il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini alla Camera ha annunciato a breve il bando per selezionare il nuovo presidente dell’Autorità portuale di Genova ribadendo che i lavori per la nuova diga devono andare avanti, nell’intervento di questa mattina al Festival dell’Economia di Trento riferendosi a Toti ha detto: “Io ritengo che sia innocente per come l’ho conosciuto in questi anni, persona corretta e dinamica che ha dato uno sviluppo infrastrutturale, turistico e commerciale incredibile a Genova e alla Liguria, non commento … ma la metto sul dubitativo: era necessario l’arresto di un governatore eletto dai cittadini, a un mese dal voto, per episodi risalenti in alcuni casi ad anni prima?”. E ancora: “Uno per essere arrestato o è in procinto di scappare o può reiterare il reato o può inquinare le prove.”