Dazi Usa sulle navi costruite in Cina: per l’armamento italiano extracosti da 52 miliardi

Roma – Si calcola che potrebbero ammontare a 52 miliardi di extracosti portuali potenziali secondo il Centro studi di Confitarma.

E’ questa la somma stimata che l’industria armatoriale potrebbe arrivare a pagare “con ricadute dirette sulla competitività dell’industria marittima e manifatturiera europea” se saranno applicate le misure ipotizzate dall’Ustr, lo United States trade representative che includono dazi fino a 1,5 milioni di dollari per ciascun scalo in un porto Usa di una nave costruita in Cina e fino a un milione per una nave gestita da operatori che hanno ordinato navi ai cantieri cinesi.

L’analisi rileva che “oltre il 17% della flotta italiana è costruita in Cina” evidenzia l’analisi del Centro studi di Confitarma. Quota che sale all’84% considerando solo le nuove costruzioni ordinate dall’armamento italiano ed in consegna entro il 2028. Lo studio rileva infine che gli Usa sono il primo destinatario delle esportazioni Italiane al di fuori dell’Ue, con 63 miliardi di euro, di cui oltre il 60% viaggia via mare e il secondo, dopo la Cina, per l’import con  26 miliardi di euro.

Si tratta – va ricordato – ci merce che viaggia quasi esclusivamente via mare: quasi il 100% dell’import e il 98,2% dell’export.

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