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Castel Maggiore (Bologna) – Sull’ultimo numero (1° febbraio 2024) della rivista di settore “Uomini e Trasporti” è pubblicato un esaustivo articolo di Umberto Cutolo che fa il punto sulla guida e sulla mancanza di autisti, articolo che gli interessati possono leggere nella sua integrità.
In sintesi è sc5ritto che “con la maggiore età si possono guidare veicoli merci pesanti, se si ottiene insieme alle patenti C e CE anche la CQC con corso «ordinario» di 280 ore. Ma molti giovani preferiscono quello «accelerato»: dura e costa meno, anche se arriva solo a 7,5 tonnellate, però a 21 anni il limite è cancellato. Dall’Europa si attende che anche negli altri Paesi facciano lo stesso, per poter circolare ovunque anche a 18 anni. Ma il vero sbocco è l’aggancio all’alternanza scuola–lavoro”.
Questo l’esordio: “Se ne parla da anni, come una delle soluzioni alla inarrestabile crisi delle vocazioni per gli autisti di camion la cui carenza è stimata dall’organizzazione internazionale degli autotrasportatori, l’IRU, nell’ordine delle 600 mila unità in tutta Europa. Eppure, quando lo scorso dicembre la Commissione Trasporti del Parlamento europeo ha proposto di abbassare a 18 anni l’età per guidare un tir e addirittura a 17 con l’accompagnamento di un conducente esperto (ora manca il voto dell’Assemblea plenaria previsto a breve), l’ipotesi ha destato impressione, scalpore e proteste in nome della sicurezza sulle strade. Tanto più che la proposta è contenuta in un emendamento alla Direttiva presentata dalla Commissione europea nel marzo del 2023 in un pacchetto di modifiche al conseguimento delle patenti, ai fini della sicurezza stradale, con l’obiettivo dichiarato di avvicinarsi il più possibile alle zero vittime entro il 2050.
La proposta, in caso di guida non professionale, aggiunge una serie di cautele proprio in nome della sicurezza. È necessario un Certificato di idoneità professionale (CPC) e sono previsti un periodo di prova di almeno due anni con sanzioni più severe in caso di guida non sicuro e un limite di alcol alla guida abbassato a 0,2 g/l (contro gli 0,5 attuali). Ma ciò non ha impedito una levata di scudi delle associazioni per la sicurezza stradale, a cominciare dall’European transport safety Council (ETSC) che riunisce 58 organizzazioni tra cui l’associazione degli assicuratori italiani (ANIA), quella delle autoscuole (Unasca) e l’ACI e che ha immediatamente lanciato un appello ai ministri dei Trasporti dell’Unione sostenendo che gli «adolescenti» non devono guidare veicoli da 40 tonnellate, che in due dei cinque paesi europei dove ciò è già possibile – Germania, Spagna, Irlanda, Polonia e Finlandia – gli autisti al di sotto dei 21 anni hanno più incidenti di quelli di età superiore e, infine, che «i giovani subiscono cambiamenti biologici e sociali significativi tra i 15 e i 25 anni», con tutto quel che ne consegue… Eppure secondo il documento approvato questa misura aiuterà anche a facilitare l’accesso dei giovani alla professione di guida, dal momento che abbassare la soglia di età «può anche rendere più attraente per i giovani una carriera nel settore dei trasporti, contribuendo così, nel tempo, ad alleviare la carenza di conducenti professionisti, senza compromettere la sicurezza stradale”…carenza di autisti professionali di veicoli pesanti che, infatti, sta assumendo dimensioni drammatiche in tutto il mondo… E se non si riuscirà a sostenere il settore con un adeguato ricambio generazionale, l’intero sistema del trasporto collasserà. Umberto Cutolo affronta poi le questioni di come funziona oggi in Italia (“dove oggi è già possibile guidare un camion pesanti a 18 anni”) e del dei costi (“è difficile a 18 anni avere i 5-6 mila euro necessari per frequentare i corsi e ottenere l’abilitazione”).
Le ultime due questioni poste sono “ma a che serve la facoltà in Italia se in Europa non si può?” e l’alternanza scuola-lavoro (scendere a 18 anni – istituzionalmente e non in deroga permetterebbe di agganciare lo studio della logistica e dei trasporti agli istituti tecnici e insediare lì la formazione dei futuri autisti, fornendo al mercato il personale necessario adeguatamente preparato, anche a tutela della sicurezza”).