GENOVA – La corsa dei beni energetici, dai carburanti alle bollette, frena quasi 2 imprese su 3 (72%) con il boom dei costi per trasporti, riscaldamento, illuminazione e servizi che pesa sulla ripresa economica del sistema produttivo nazionale.
E’ quanto emerge dall’indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento agli ultimi dati Istat sulla risalita dell’inflazione nel 2021 trainata dall’andamento dei prezzi dell’energia (+14,1%).
Un balzo al quale ha contribuito anche la stangata sul pieno di famiglie e imprese con il diesel che – spiega Uecoop – è aumentato del 20,6% nell’ultimo anno registrando il record dei prezzi dal 2019, con uno shock al rialzo che coinvolge anche la benzina (+18,6%) e il GPL aumentato addirittura del 30%, con i prezzi alla pompa che in alcuni casi, sulla rete autostradale, sfiorano anche i due euro al litro per la benzina.
Si tratta di un impatto rilevante sui costi di produzione, sui servizi e sui trasporti visto che l’85% delle merci che viaggiano su strada, alle quali si aggiungono gli spostamenti pubblici e privati degli addetti delle imprese. Una situazione che pesa su un comparto ad alto impiego di lavoro come la rete delle 80 mila cooperative italiane con oltre un milione di occupati distribuiti più settori produttivi – sottolinea Uecoop – dai servizi alla logistica, dal turismo all’alimentare, dalla sanità alla scuola, dallo sport agli spettacoli.
Il caro energia sta squilibrando tutti i parametri di costo fin qui considerati nei contratti già stipulati per la fornitura di beni e servizi o per la gestione di attività sociali, assistenziali ed educative con enti pubblici e privati con la necessità – conclude Uecoop – di adeguare la spesa alla situazione eccezionale che si è venuta a creare.