Roma – Il Ministro del Mare Nello Musumeci ha rilanciato oggi, in una intervista al Decimonono, la sua idea di un albo di professionisti dal quale attingere la scelta dei presidenti dei porti.
di Enzo Millepiedi
Rispondendo all’ultima domanda di una esaustiva intervista su due pagine rilasciata a Simone Gallotti (“A Lei piace la riforma elaborata dai suoi colleghi del ministero dei Trasporti?) il ministro Musumeci ha risposto “Al Cipom (Comitato interministeriale per le politiche del mare, ndr) abbiamo parlato solo di linee generali e credo che il concetto sia condivisibile. Una strategia e un coordinamento nazionale sono elementi fondamentali.”
E ha proseguito sua sponte: “E’ necessario anche una gestione che risponda a questa visione, pur tenendo conto delle specifiche vocazioni locali. Voglio sperare che la governance, nel rispetto delle scelte politiche, risponda a criteri di competenza.”
E in coda: “Sarebbe bello istituire una sorta di albo nazionale di manager con attitudine alla guida di una Authority, così complessa come quella portuale. Magari dopo aver frequentato un apposito corso di formazione. Esattamente come si fa per i direttori delle aziende sanitarie”.
E insomma questa una iniziativa della politica per garantire competenza e indipendenza nella gestione portuale che si basa sulla necessità di avere una classe dirigente nei porti che sia scelta per livello di professionalità non per l’appartenenza politica, come avvenuto spesso in passato.
Come abbiamo già scritto questo cambiamento di paradigma mira a migliorare la gestione dei porti italiani, assicurando che le decisioni siano prese da chi possiede le giuste qualifiche e conoscenze, lontano dalle gestioni dei poltronifici.
Visto che la proposta del ministro Musumeci arriva mentre è nella fase sempre più concitata Considerando dell”urgenza di nominare 14 presidenti dei porti, è evidente l’invito ad iniziare comunque da subito il processo di selezione basato su competenza ed esperienza per cominciare a costruire una dirigenza portuale qualificata e pronta a gestire le sfide di un comparto al quale si richiede di essere all’altezza delle strategie nazionali sull’economia blu e sul ruolo del Paese in un Mediterraneo che sta consolidando la sua centralità anche nei traffici marittimi visto che, come ha ricordato Musumeci, detiene la quota del 20 per cento nel mondo.
Passare dalle parole ai fatti, si sa, per restare in tema terminologico, più che un mare c’è un oceano, ma il principio di realtà ci dice anzi ci impone che in un modo o in un altro l’Italia deve mettere in atto tutte le azioni concrete per garantire che i nostri porti siano gestiti appunto con la massima competenza e professionalità. E’ un passaggio fondamentale perché solo così potremo affrontare efficacemente le sfide del settore e contribuire al loro sviluppo e competitività a livello internazionale. Diversamente ogni replica del passato e, peggio, ogni ulteriore indugio non faranno altro che perpetuare un sistema inefficiente e dannoso per il nostro Paese.