Calato il sipario su SeaFuture 2021, alla Spezia, con un bilancio straordinario per le presenze, i modelli, le ricerche, gli accordi di collaborazione, proponiamo il resoconto sul Progetto Giona che è stato presentato da tre studenti spezzini e che è stato scritto, su nostro invito, da uno di loro.
La giornata conclusiva del 1° ottobre è stata caratterizzata dalla presentazione di diversi progetti al “SeaFuture” nei padiglioni dell’Arsenale della Marina Militare alla Spezia.
Particolare, tra le altre, è stata quella del “Progetto Giona”, poiché gli ”annunciatori” erano tre ragazzi: due studenti della 5° liceo del Capellini-Sauro e una ex alunna del liceo Pacinotti.
Grazie all’aiuto della professoressa Pamela Nascetti e del fisico tedesco Walter Zimmer, questi ragazzi sono riusciti a studiare approfonditamente quello che è il mondo dei cetacei delle acque spezzine.
Il progetto Giona è un progetto ambientale che ha lo scopo di avvicinare le nuove generazioni allo studio, alla conoscenza e al rispetto degli ecosistemi marini.
Dopo una breve introduzione al progetto da parte della stessa prof. Nascetti e del vicedirettore del CMRE (Centre for Maritime and Experimentation) il colonnello Sembenini, ha esordito la giovane studentessa Oumaima Attarki parlando delle specie di cetacei che stabilmente abitano il nostro mare.
Ma perché proprio il Golfo della Spezia? Perché è all’interno del Santuario Pelagos, una zona estremamente interessante per l’elevata presenza di diverse specie di cetacei.
Particolare attenzione è stata data allo studio dei tursiopi e del loro biosonar, ovvero l’organo con cui attuano l’eco localizzazione, il loro modo di “vedere” nelle buie e profonde acque del mare.
Successivamente il liceale Federico Cappa ha continuato l’esposizione spiegando quelli che sono stati gli studi condotti sull’evoluzione della popolazione di questa specie. Secondo il modello utilizzato da questi studenti, a quest’ora dovrebbero essere presenti circa 44.000 tursiopi nel nostro mare! Vista l’erroneità di questa stima hanno poi definito un modello più corretto e realistico che tiene conto di determinati fattori.
Ritenuto importante è il “fattore antropico”, ovvero i vari tipi di inquinamento prodotti dall’uomo.
E’ stato poi posto l’accento sull’inquinamento acustico marino approfondito dettagliatamente dall’ultima presentatrice, la ormai studentessa universitaria Chiara Domenici.
La sua esauriente spiegazione di quelli che sono gli effetti dell’inquinamento acustico hanno evidenziato i gravi problemi che causa negli animali: la temporanea o permanente perdita dell’udito della fauna marina, la sospensione della caccia in una determinata per via del rumore costante che comporta anche la migrazione in altre zone della popolazione.
La presentazione si è poi conclusa con la spiegazione dei vari obiettivi del progetto: la presa di coscienza da parte del pubblico, e dei giovani soprattutto, dell’importanza dello studio dei suoni in ambiente marino, la sensibilizzazione sull’inquinamento acustico e dei suoi effetti sulla fauna e la richiesta di una banca dati molto estesa dove poter inserire i suoni antichi, odierni e anche futuri, delle varie specie di cetacei.
Nella foto di Elisabetta Volpe: Federico Cappa della 5° liceo del Capellini-Sauro mentre illustra i risultati della ricerca nell’ambito del Progetto Giona a SeaFuture