LA SPEZIA – Questa mattina tre operai, di nazionalità egiziana, sono saliti su una gru, a un’altezza di 30 metri, in un cantiere di via Fontevivo, per chiedere il pagamento di due mensilità. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri e i Vigili del Fuoco.
Due operai sono poi scesi avvertendo malori per le vertigini. Alla fine è sceso dalla gru anche il terzo operaio dopo il pagamento della mensilità di maggio poco prima delle 12, mantenuto in sicurezza dai vigili del fuoco.
Sul posto erano presenti anche rappresentanti dei sindacati. “Quello che è accaduto oggi alla Spezia è un campanello d’allarme serio che deve essere monitorato con grande attenzione. Ci siamo subito mossi per aiutare i lavoratori e chiederemo conto all’azienda di quello che è successo”.
Il responsabile Ast Cisl La Spezia Antonio Carro e il segretario generale Filca Cisl Liguria Andrea Tafaria commentano così la vicenda dei tre operai edili che sono saliti su una gru alla Spezia per denunciare la mancata retribuzione di due mensilità.
“Servono regole certe: basta con le imprese che cercano scorciatoie. Quanto successo è il risultato di subappalti al massimo ribasso che poi a catena provocano situazioni come quelle di oggi dove sono i lavoratori che subiscono le conseguenze più gravi con il mancato pagamento dei stipendi senza veder rispettati i loro sacrosanti diritti. L’edilizia poi sta vivendo anche un momento particolare col caro materiali che sta creando problemi e poi c’è l’incognita del superbonus 110%: se non dovesse essere rinnovato il comparto rischierebbe un tracollo”.
E la UIL Liguria e la Feneal Uil “offrono totale solidarietà ai lavoratori per un gesto di frustrazione che è purtroppo manifesto dello stato di abbandono in cui versano molti cantieri. Non è la prima volta che evidenziamo i rischi del regime di subappalto che per molti è invece la soluzione di ogni male”, commentano Marco Furletti, segretario confederale UIL Liguria e Riccardo Badi, segretario regionale FENEAL UIL Liguria.
“La scarsa possibilità di controllare la salute delle imprese in appalto – spiegano – come al solito si ritorce sui lavoratori e gesti come quelli di oggi sono le conseguenze di questa pratica intollerabile. I lavoratori che oggi sono ricorsi ad una protesta tanto estrema sono lasciati soli di fronte alle incertezze”.
“Da mesi chiediamo che i sindacati possano entrare nei cantieri, per rilevare le criticità e dare un aiuto psicologico ai dipendenti. Le nostre ragioni oggi appaiono ancora più evidenti”.
Per Luca Comiti, segretario provinciale della Cgil: “Il timore è che queste situazioni si crescano nel futuro in maniera esponenziale come effetto della cessazione del Superbonus, che ha ingenerato una moltiplicazione di aziende del settore edile negli ultimi anni. Bisogna prepararsi a quando gli incentivi finiranno e in tanti che oggi sono impiegati nelle migliaia di cantieri in tutta Italia non avranno più un lavoro”.