“Togliere il 25% di autisti perché non vaccinati e quindi il 25% di macchine dal mercato, tutta la filiera andrebbe in tilt, aggravando una situazione già seria”

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L’obbligo di Green Pass per i lavoratori privati ha messo in allarme l’autotrasporto, in buona parte dipendente in Italia da forza lavoro straniera, spesso proveniente da paesi in cui le campagne vaccinali stanno procedendo a ritmo più lento o con l’utilizzo di preparati non approvati dalla Ue, e dove comunque non è previsto un lasciapassare come appunto il Green Pass.

Già Conftrasporto  aveva chiesto una deroga per gli autisti stranieri sprovvisti del documento in considerazione della loro attività, indispensabile mentre Alessandro Savona, sales manager della genovese Mto (Gruppo Finsea) ha stimato, come riferisce SupplyChainItaly, l’impatto della misura dopo la sua entrata in vigore.

A partire dal 15 ottobre, per i lavoratori sprovvisti del Green Pass la conseguenza sarà infatti quella della sospensione dal lavoro (dopo 5 giorni) e la loro eventuale sostituzione. Uno scenario che non è applicabile all’autotrasporto, in cui è l’assenza di nuove risorse munite di patenti a costituire già un gravissimo problema.

Ad oggi la percentuale degli autotrasportatori viaggianti non vaccinati potrebbe essere di un 25%, personale che potrebbe ovviare con i canonici tamponi.

Ma restano le incognite su a che ora l’autista può trovare una struttura aperta per fare uno screening e quando può arrivare poi alla consegna con il suo camion? E comunque togliendo il 25% di macchine dal mercato, tutta la filiera andrebbe in tilt, aggravando una situazione già seria e a rischio che c’è lungo la catena logistica.

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