La portualità resta un ambiente di lavoro ancora caratterizzato dalla preponderanza maschile. Non solo in Italia ma anche in Europa.
Lo dicono due dati della sintesi dell’intervento di Isabelle Ryckbost, presidente di Espo, l’Organizzazione europea dei porti marittimi: a livello europeo, soltanto il 2% della forza impiegata a bordo delle navi è di sesso femminile mentre nell’ambito dei trasporti marittimi si arriva a mala pena al 20%. Bastano a dare la misura di quanto sia attuale il tema.
Tema che è stata lanciato nell’agone dal ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini nella giornata internazionale delle donne e che ha dato vita all’incontro a Livorno nell’ambito del progetto Woman in Transport promosso da Assoporti insieme alle AdSP, il cui elemento fondamentale è stato la sottoscrizione del “Patto per la parità di genere” in ambito portuale.
Il documento che ha come obiettivo la riduzione delle disuguaglianze, la valorizzazione del lavoro delle donne nelle organizzazioni di lavoro in questo comparto economico primario per l’economia e il PIL del Paese. Un incontro che nasce dalla consapevolezza che la valorizzazione della componente femminile non significhi antagonismo tra uomo e donna. Infatti l’obiettivo che ha mosso l’iniziativa è stata la volontà di costruire un mondo del lavoro, partendo da quello portuale, più equilibrato che abbia la capacità di migliorare la vita delle persone.
Il fatto che questo possa partire con una maggiore attenzione alla componente femminile, è forse adducibile al fatto che il nostro Paese sia in ritardo su tali politiche, tale da significare l’attuazione di una logica sinergica, di passaggio culturale armonioso, senza che questo assuma i connotati della prevaricazione di un genere rispetto all’altro.
L’incontro ha avuto anche la funzione di comunicare nei confronti della società e del mondo del lavoro, la situazione attuale, anche nei confronti di coloro che possono vedere in un futuro prossimo una opportunità di lavoro.
Alla tavola rotonda su “Parità di genere e lavoro in ambito portuale: Sostenibilità sociale, cambio di prospettiva e acquisizione di consapevolezza – Proposte concrete e programma di lavoro” hanno partecipato Barbara Bonciani, Comune di Livorno assessora al Porto e relazione città-porto, Cristina Cerrai, consigliera provinciale di parità, Gloria Dari, presidente Confetra Toscana, presidente Spedimar (Spedizionieri) e componente dell’organismo di partenariato dell’Adsp, Francesca Scali (presidente Asamar (agenti marittimi) imprenditrice e componente dell’organismo di partenariato Adsp), Maria Gloria Giani, presidente Gruppo Giani, presidente Propeller Club port of Leghorn, Jenny Ceccarelli, tenente di Vascello, Capitaneria di porto di Livorno, Valeria Gassani, manager Autotrade&Logistics e componente dell’organismo di partenariato Adsp), Monica Bellandi, dirigente Terminal Darsena Toscana, porto di Livorno, Francesca Marcucci, presidente Confcommercio – presidente del CdA di Logistic Training Academy e componente dell’organismo di partenariato Adsp, Lucia Filippi, manager Ocean Shipping, Maria Raffaella Calabrese De Feo, docente universitaria, presidentessa entrante Soroptimist International Club, Fiorella Chiappi, psicologa, presidentessa uscente Soroptimist International Club e le dirigenti dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale: Roberta Macii, Sandra Muccetti e Cinthia De Luca. Ha moderato Lucia Nappi, direttore Corriere marittimo che ha titolato il resoconto dell’incontro con un significativo “Porto, Livorno: Donne ai vertici associativi, ma nelle imprese faticano a salire”