Roma – L’Italia dispone di una filiera completa di eccezionale qualità, con aziende che producono valore come innovazione, tecnologia e produzione” ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“Lo spazio è cruciale per sicurezza e difesa, è fonte di progresso tecnologico e scientifico per le imprese e la collettività. L’economia è strettamente connessa alle attività spaziali, con molte sfide” ha aggiunto.
E’ quanto emerso agli Stati generali della Space economy.
Space economy: la filiera italiana. Tra le aziende del settore, solo il 10% opera strettamente nel segmento spaziale, mentre il 90% lavora in altri settori collegati come quello dell’aviazione (46%), dell’industria metalmeccanica (44%), dell’ICT e dell’elettronica (41%) e dell’ automotive (34%), secondo un’analisi condotta dall’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano in collaborazione con il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio.
Sempre secondo il Politecnico di Milano, i progetti implementati o in fase di sviluppo dalle aziende end user, cioè quelle che hanno a che fare con i consumatori, riguardano per la maggioranza l’osservazione della Terra (57%), per il 27% la navigazione satellitare e solo per il 16% la comunicazione satellitare.
Se analizziamo soltanto il mercato dei servizi di osservazione della Terra in Italia, che vale 230 milioni di euro, con un aumento del 15% rispetto al 2022, al primo posto troviamo il settore dell’energia e utilities (27,5%), seguito da agricoltura, silvicoltura e pesca (18,3%) e poi da finanza, assicurazioni e legal (16%).
Seguono informazione e comunicazione (12,3%), ambiente e fauna selvatica (8,4%), ambito militare e pubblica sicurezza (7%), costruzioni e infrastrutture (5%) e poi, ma solo in piccola parte, il settore dei servizi sanitari e sociali, della manifattura e dell’estrazione mineraria, dello sport e turismo e, infine, dei trasporti e logistica.
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