Si fa sempre più frenetica la corsa dei porti italiani alla conquista dei passeggeri delle crociere che confermano l’Italia la più ambita del Mediterraneo

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LA SPEZIA – Superati i centomila passeggeri, il Terminal Cruise del Porto della Spezia ha così compiuto il giro di boa del livello minimo della ripartenza per una realtà entrata nella top ten della speciale classifica da grandi numeri (pre pandemici) della quale si confermano in ordine il porto di Roma cioè Civitavecchia, seguito da Genova, Palermo, Bari, Napoli, Savona, Trieste, Monfalcone, La Spezia e Taranto.

di Enzo Millepiedi

L’anno che sta per iniziare ci dirà quanta distanza riusciremo ad abbattere in relazione ai numeri del 2019 che avevano indotto alla prospettiva di nuovi record. Con una nuova variante però che viene dal fiorire di terminal cruise in tutti i porti, grandi e piccoli, della Penisola meta preferita del Mediterraneo anche perché l’Italia, lo dimentichiamo spesso, è uno scrigno di tesori che raccontano, stratificazione su stratificazione, la storia della civiltà.

Tornando al tema del fiorire dei terminal passeggeri è evidente che esso è anche il prodotto del combinato disposto della disponibilità di risorse straordinarie, dei progetti per strutture oggettivamente non troppo complesse e delle previsioni dei movimenti che ci saranno per  il 2022.

Torna in attività Venezia, dichiarata off per decreto, da agosto, ma solo per le grandi navi (quelle dl di sopra le 25mila tonnellate di stazza), le Autorità portuali dell’Adriatico, dello Ionio, dello Stretto, del Tirreno e della Sardegna, da Ravenna a Crotone, a Cagliari, a Livorno, hanno inserito nei piani di sviluppo la funzione dei  terminal cruise, realizzati, da potenziare o da realizzare a spron battuto, ovviamente per cogliere il flusso, come detto, dell’onda della ripresa, facendo leva sulle attrazioni dei rispettivi territori, accanto alle consolidate mete tradizionali.

Un fenomeno questo che prelude l’apertura di una concorrenza ancor più agguerrita non solo tra i porti italiani ma soprattutto tra i territori che devono mostrarsi in tutta la loro potenzialità attrattiva per conquistare più consistenti fette di mercato di una pur consistente torta a disposizione.

D’altronde, nel mondo delle crociere è come se si ripartisse da trent’anni fa. Cioè da quando tutto cominciò per un crescendo prima strutturale poi fino alla esplosione di un fenomeno turistico che, arrivato a numeri strabilianti già nel 2019, si stava preparando a festeggiare un nuovo record in un 2020 con un aumento ulteriore di ben 13 milioni di passeggeri.

Sappiamo poi come è andata, con i numeri crollati prima a 6 milioni, poi azzerati, con le Compagnie che nonostante le difficoltà sono ripartire, gradualmente, quest’anno sia pure con la metà del potenziale a bordo dei crocieristi protetti nelle gite a terra in una sorta di bolla per evitare contatti e contagi. E si è così arrivati alla meta della fine d’anno che si dovrebbe chiudere con 14 milioni di passeggeri, certo ancora molto distanti da quelli pre-pandemia, quando i passeggeri erano arrivati a 30 milioni, ma è già l’inaspettato.

Ecco dunque perché sarà necessario rispettare davvero i tempi della nuova stazione marittima nel Porto della Spezia non solo perché ce lo dice l’Europa del maxi prestito.

 

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