Si continua a indagare sul disastro della Moby Prince a Livorno: commissione parlamentare nella sede Rina di Genova

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Genova – Non si ferma l’inchiesta sul disastro del traghetto Mobv Prince, costato la vita a centoquaranta persone.

Nonostante le difficoltà, le lacune, i non so, i silenzi, le reticenze e gli errori dopo trent’anni da quella che è stata la più grande tragedia della Marina civile italiana, continua la ricerca della verità da parte di una seconda Commissione parlamentare d’inchiesta.

Una delegazione della Commissione sul disastro della Moby Prince si è recata a Genova alla sede nazionale del Rina, l’ex Registro Navale Italiano, per acquisire tutta la documentazione relativa allo stato del traghetto alla vigilia della catastrofica collisione della sera del 10 aprile 1991 con la petroliera Agip Abruzzo appena fuori il porto di Livorno.

Della trasferta a Genova ne ha parlato Andrea Romano, deputato Pd e presidente della Commissione Moby Prince, che insieme a Roberto Traversi, deputato M5s, ha guidato la delegazione di tecnici e consulenti che erano assistiti dagli uomini del nucleo di Polizia Economica e Finanziaria.

“I vertici del Rina hanno prestato la massima collaborazione al lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta – ha poi detto Romano – e l’ampia mole di documentazione d’archivio che è stata acquisita sarà di grande utilità al lavoro d’indagine e di ricostruzione della strage che stiamo realizzando”.

Sul disastro oltre ai processi aveva già indagato una Commissione parlamentare d’inchiesta che aveva messo in luce significative lacune individuate nei procedimenti penali.

E un giornalista Rai, Federico Zatti, ha scritto recentemente un libro intitolato “Una strana nebbia” (edito nella collana Strade Blu di Mondadori) che lo stesso autore ha presentato a Lerici legge il mare nel trentennale della tragedia, intervistato da Enzo Millepiedi.

 

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