LA SPEZIA – E’ stato presentato oggi in Confindustria alla Spezia uno studio, definito “di fondamentale importanza per il futuro della città e del territorio”.
Premessa: si tratta di uno studio che analizza in profondità le implicazioni economiche e sociali di una possibile interruzione del raccordo La Spezia -Santo Stefano di Magra e che propone una soluzione strategica per garantire la continuità operativa e lo sviluppo economico della nostra comunità.
Il Presidente Alberto Bacigalupi di Ance La Spezia nel presentarlo ha elencato e illustrato le motivazioni che hanno indotto alla sua predisposizione “Lo studio prende origine da una domanda che il Sistema Confindustriale, Autorità Portuali, Amministrazione Provinciale e Comune della Spezia si sono posti anche a seguito della tragedia del Ponte Morandi e del crollo di quello di Albiano e dei lavori di messa in sicurezza di quello che collega La Spezia a Santo Stefano di Magra.
La domanda di partenza è stata dunque questa: quali sarebbero le conseguenze per il tessuto produttivo se si manifestasse l’impossibilità di transitare sul raccordo?”
“Il nostro territorio ha di fronte a sé vent’anni di sviluppo molto importante – dice il Sindaco Pierluigi Peracchini – e di fronte ai grandi cambiamenti che ci attendono è giusto preoccuparsi anche delle eventuali criticità che, in via solo ipotetica, potrebbero verificarsi e che lo studio evidenzia nel suo scenario peggiore. Il tema va comunque visto in modo integrato con quello della mobilità dei lavoratori, e quindi del servizio casa/lavoro; delle abitazioni, delle alternative di viabilità, ma va integrato anche con il sistema ferroviario e marittimo. Una visione di futuro che tiene in considerazione tutti questi elementi per costruire un progetto che dovrà essere ragionato nelle sedi istituzionali opportune.”
Per quanto concerne l’Autorità di Sistema Portuale, il Commissario Straordinario Federica Montaresi, illustrando la portata dello studio, sottolinea che “il porto della Spezia è certamente uno degli asset fondamentali dello sviluppo futuro del territorio. Nei prossimi anni si assisterà allo sviluppo dello scalo attraverso importanti investimenti in infrastrutture: ampliamento del terminal LSCT e del Terminal del Golfo, nuovo molo e stazione crociere. Tutti interventi che necessitano di avere una adeguata risposta dal punto di vista delle infrastrutture viarie e da quello dell’assetto complessivo della viabilità d’accesso al porto. Oggi riteniamo importante accompagnare sempre alle infrastrutture servizi connessi adeguati, come la digitalizzazione, che ne possano enfatizzare le potenzialità e, nel caso di questo studio, ci aiuterà la visione strategica e condivisa con tutte le amministrazioni del territorio, per giungere ad uno sviluppo armonico e sostenibile dell’intero assetto viario della provincia.”
Lo studio, commissionato da Ance La Spezia e Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, in collaborazione con Confindustria La Spezia, Provincia e Comune della Spezia, realizzato da Confindustria Advisory e la Sapienza Università di Roma, con i contributi di Simone Lazzini, professore ordinario presso il Dipartimento Economia e Managment dell’università di Pisa e di Roberto Vallarino, amministratore delegato di ITEC Engineering, ha delineato uno scenario allarmante.
Ha intanto confermato che il raccordo rappresenta un’arteria vitale per il nostro territorio, collegando il capoluogo al porto e garantendo la fluidità del traffico merci e persone. Tuttavia non si è limitato ad evidenziare i rischi e i danni potenziali, ma offre anche soluzioni infrastrutturali concrete. La realizzazione di nuove infrastrutture, integrate con quelle esistenti, si rivelerebbe non solo un investimento necessario per garantire la sicurezza e la continuità operativa, ma anche un volano per lo sviluppo economico del territorio.
Lo studio, infatti, oltre i numeri e le proiezioni, è composto da soluzioni infrastrutturali realizzabili, studiate attentamente, che gettano le basi per una progettazione strategica condivisa di area vasta, che impone una visione di Citta Metropolitana che va oltre il sia pur legittimo soddisfacimento di esigenze collettive puntuali.
Nello specifico parliamo di:
- una “bretella” che collegherà l’area industriale della Spezia con quella di Arcola
- la cosiddetta Cisa bis che allevierà il peso del traffico sulla attuale Strada Statale Cisa
- il “bypass” dell’abitato di Santo Stefano Magra.
E dunque la realizzazione di tali nuove infrastrutture, integrate con quelle esistenti, si rivelerebbe non solo un investimento necessario per garantire la sicurezza e la continuità operativa, ma anche un volano per lo sviluppo economico del territorio.
A fronte di un investimento di 540 milioni di euro, si eviterebbe un danno potenziale annuo tre volte superiore.
Inoltre, tale investimento avrebbe effetti significativi:
- Incremento del Valore aggiunto di 100 milioni di euro;
- Incremento occupazionale di circa 1.400 posti di lavoro stabili.
(1 – continua)