Roma – E’ difficile riuscire a dare un quadro completo degli effetti a cascata e a macchia di leopardo delle sanzioni economiche e finanziarie internazionali comminate alla Russia per l’invasione dell’Ucraina e mirate a colpire persone e settori strategici.
Nel porto di Amburgo ad esempio il megayacht Dilbar, di proprietà del miliardario russo Alisher Usmanov, sarebbe stato sanzionato dall’Unione europea. E due giorni dopo allo stesso mega yacht, lungo 156 metri e del valore di quasi 600 milioni di dollari, è stato vietato di lasciare il porto dal governo tedesco. Il Dilbar ha fatto scalpore anche perché è molto conosciuto in Sardegna. Il suo armatore Alisher Usmanov, tra l’altro, è cittadino onorario di Arzachena. L’oligarca russo, oltre al quarto yacht più lungo del mondo, ha diversi immobili nel Comune della Costa Smeralda (che gli ha consegnato simbolicamente le chiavi) ed in Sardegna è ben visto dopo aver donato mezzo milione di euro alla Regione per contribuire alla lotta contro il Covid.
Altro sequestro è scattato a Sanremo dove la Guardia di Finanza ha sequestrato il panfilo Lena di 52 metri (valore 50 milioni di dollari), ormeggiato al Portosole, appartenente a Gennady Timchenko, proprietario di Volga Group, amico da trent’anni di Putin, e considerato, secondo una recente indagine di Forbes, il sesto uomo più ricco di Russia.
E gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato anche il maxi yacht Lady M, imbarcazione di 65 metri dell’oligarca russo Alexei Mordashov presidente del colosso siderurgico Severstal ormeggiata nel porto di Imperia.
La nave di Igor Sechin, numero uno del colosso russo del petrolio Rosneft è stata invece sequestrata in Francia.
Tra i provvedimenti disposti dal Comitato di sicurezza finanziaria nei confronti di beni di magnati russi in Italia agli ordini di sequestro per gli yacht si aggiungono quelli per le dimore, come Villa Lazzareschi in provincia di Lucca, riconducibile a Oleg Savchenko che ha un valore stimato in 3 milioni di euro.
In alcuni porti, intanto, è iniziato una sorta di fuggifuggi dagli ormeggi dei mega yacht, anche se sono pochi i Paesi dove potrebbero ormeggiare senza incappare nelle sanzioni.
Resta anche il problema degli equipaggi, che in molti casi sono stati licenziati dall’oggi al domani, come accaduto al personale di servizio, manutentori, guardiani, giardinieri delle ville in Costa Smeralda dei miliardari russi.
Durante il recente convegno “Road to Expo Dubai – Nautica, la grande bellezza della Liguria”, nel Palazzo della Borsa di Genova, i relatori hanno manifestato le loro preoccupazioni per i cantieri della Nautica usciti da un anno boom e con ordinativi pluriennali. Come abbiamo già avuto occasione rilevare su questo giornale la Russia è il secondo grande mercato per la nautica dopo gli Stati Uniti.
Oltre alla costruzione di nuovi megayacht, ricadute negative potrebbero interessare anche “l’indotto”, dal personale di bordo al settore del refit.
Il mercato russo è insomma importante per la grande nautica, basti pensare che fra gli uomini ricchi della Russia il 50% si fa costruire una barca. L’impatto più importante, se ci sarà, lo si vedrà sulle barche grandi. Ci sono tantissimi clienti russi che comprano barche più piccole ma l’impatto grosso si avrà eventualmente su quelle di dimensioni maggiori, anche se l’Italia ha una fetta di mercato russo molto più piccola rispetto al Nord Europa.
In percentuale si può dire che circa il 9% di tutti i proprietari di superyacht nel 2021 sono armatori russi, una percentuale superata solo appunto dagli armatori statunitensi. Ma considerando le macro aree, gli armatori dell’Europa orientale, inclusi russi e ucraini, sono il 18%. Gli armatori russi si piazzano inoltre al secondo posto anche per i mega yacht di nuova costruzione, con il 13,2% della quota di mercato oltre i 40 metri nel 2021-2025.
Fonti: Dayly Nautica e Riviera24.it