Savona – Per dire no al rigassificatore in Liguria in diecimila hanno formato una catena umana lungo 6 km di costa da Albisola a Spotorno che con cartelli e striscioni, hanno ribadito lo slogan “Difendiamo il nostro mare”.
Tra i partecipanti c’erano cittadini, ambientalisti, balneari, operatori turistici con l’obiettivo di opporsi al progetto della Golar Tundra, attualmente a Piombino e in predicato per essere spostata nella rada tra Vado e Savona. Il posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo di Vado Ligure è previsto dal Piano energetico nazionale nel secondo semestre del 2026.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, commissario di governo per il rigassificatore, ha poi commentato: “Prendiamo atto della manifestazione di protesta che si è svolta sulle spiagge tra Savona e Bergeggi. Massimo rispetto per i cittadini; meno per chi, esclusivamente per sterile polemica politica finalizzata a raggranellare qualche voto, paventa rischi inesistenti, alimentando le paure dei residenti. Il tema della nave rigassificatrice riguarda Vado Ligure e l’Italia insieme: se vogliamo fare la doccia calda, scaldare case e ospedali, cucinare e produrre, se vogliamo vivere il gas è fondamentale. Sotto ogni casa, in ogni strada corre un tubo del gas. L’intera costa adriatica sarà interessata da nuove condotte per il gas. Chi protesta, si incatena e rilancia fantasiose previsioni apocalittiche, non vuole il rigassificatore nel territorio in cui vive, ma vuole, eccome, il gas a casa propria: gas sì, ma impianti no. E dove metterebbero l’impianto per avere acqua calda a casa propria? Sempre a casa di altri. Direi che così non va”.
E ancora: “La questione rigassificatore non riguarda solo Vado Ligure, Quiliano, Carcare, Cairo Montenotte e Altare, ma l’Italia. Esattamente come il gasdotto Tap che sbarca in Puglia non riguarda solo quei cittadini: se oggi abbiamo potuto vivere nonostante il taglio del gas russo lo dobbiamo a quel gasdotto, che molti non volevano. Il tema energetico riguarda il Paese: pochi mesi fa le famiglie non riuscivano a pagare le bollette e le imprese chiudevano licenziando i dipendenti. Oggi, solo perché al momento la pressione si è allentata, allora riteniamo inutile avere gasdotti e rigassificatori nuovi? Ma la crisi energetica non è finita e per questo è fondamentale prepararci per tempo di fronte ai prossimi aumenti”.