Resta chiuso il porto di Shanghai nonostante “la disperazione della gente che urla dai grattacieli”

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Shanghai – Il blocco dei porti e delle industrie cinesi potrebbe portare a spedizioni più lente, effetti che nel prossimo trimestre ricadranno sui porti statunitensi ed europei.

La Cina, nonostante le proteste che si segnalano in questi giorni a Shanghai contro la linea dura anti covid del governo di Pechino (“La disperazione della gente che urla dai grattacieli” è riferita dall’inviato della Stampa Lorenzo Lamperti),  è prevedibile che per tutto il 2022 non abbandonerà completamente la politica «tolleranza zero» con l’effetto di interruzioni ricorrenti, anche brevi, della catena logistica cinese, che, si prevede, sarà persistente durante tutto l’anno.

Secondo gli analisti i noli marittimi continueranno su una tendenza al ribasso fino all’alta stagione del 2022, quando le tariffe aumenteranno e, pur non raggiungendo il picco del 2021, saranno comunque molto più elevate dei livelli pre-pandemia.

Le tariffe spot dei container nei traffici transpacifici tra la Cina e i porti sulla costa orientale e occidentale degli Stati Uniti sono intanto diminuite della metà tra gennaio e marzo 2022.

Il Drewry World Container Index ha riferito che i tassi spot globali sono diminuiti in media di quasi il 4%, sebbene i tassi siano ancora più alti di due terzi rispetto a un anno fa.

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