Report Unioncamere sulle imprese femminili: più propensione al digitale ma una sopravvivenza minore

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Genova – E’ stato presentato da Unioncamere il quinto rapporto 2022 sull’imprenditoria femminile che fa emergere un quadro di luci e ombre anche per le imprese liguri.

Da un lato si rileva che le imprese a conduzione femminile hanno una maggiore propensione a nuovi investimenti in digitale e green (rispettivamente 14% e 12% delle imprese, a fronte dell’ 11% e 9% dei colleghi uomini), così come maggiore è la richiesta di interventi in materia di formazione, sensibilizzazione e incentivazione fiscale (2 punti in più rispetto alle imprese non femminili). Dall’altro si rileva però che il tasso di sopravvivenza è nettamente peggiore per le imprenditrici: 79,3% a 3 anni contro 83,9% degli uomini.

La Liguria ha una percentuale di imprese femminili pari alla media italiana (22,1% del totale) con 35.672 attività su un totale di 161.414, mentre si colloca al di sopra della media del Nord-Ovest, ferma al 20,4%. Interessante anche il dato delle imprenditrici nate in Liguria, pari al 17,6%, ben oltre la media italiana del 10,2%.

“È un report interessante  – per Francesca Recine, imprenditrice e presidente di Fismo-Confesercenti Genova – anche per l’allocazione delle risorse legate ai fondi strutturali della Regione Liguria, per cui occorre ricomprendere delle premialità specifiche per le imprese femminili e ragionare sulla possibile applicazione della certificazione della parità di genere. Altro punto importante è quello della formazione delle imprese, da prevedere alla stessa stregua dell’obbligo di formazione per i dipendenti, attraverso la predisposizione di piani formati mirati sui nuovi paradigmi aziendali e calati nel contesto economico e sociale”.

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