Raffaella Paita chiama tutti i parlamentari liguri per cambiare la norma sugli equipaggi extra Ue

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Genova – All’incontro sulla storia del porto di Genova promosso da Primo Canale alla fine, tra passato e futuro passando inevitabilmente dalla attualità l’editore Maurizio Rossi ha lanciato nell’agone, in chiusura, la questione dell’applicazione dell’applicazione di una sentenza Ue che – affonderà lo yachting.

Chiamata sul podio su questa questione aperta da mesi l’onorevole Raffaella Paita, Presidente della Commissione Trasporti della Camera, ha risposto con un impegno preciso. Quello di intervenire per correggere la stortura che ancora una volta penalizza lo yachting italiano. Se il pressing sul governo non otterrà risultati dovranno essere i parlamentari liguri, trasversalmente, ad intervenire per cambiare la normativa.

E’ il caso di ricordare che la sentenza del 5 febbraio 2020 è quella Corte di giustizia europea sulla permanenza degli equipaggi extraeuropei nello spazio Schengen, sta avendo sui cantieri e i marina italiani, sentenza che limita a chi arriva in Italia via terra a 90 i giorni di permanenza degli equipaggi di provenienza extra Ue. Sentenza peraltro che, ignorata da Francia e Spagna, ha trovato pedissequa applicazione solo in Italia. L’Italia insomma si è mostrata ligia, Francia e Spagna hanno fatto finta di niente.

“Il risultato è che – ha ha denunciato Alberto Amico, presidente di Amico & Co – l’impatto su cantieri e marina italiani è devastante. Stiamo mandando via equipaggi, trattandoli come turisti. E Francia e Spagna stanno facendo marketing contro l’Italia, perché non hanno applicato la legge europea. Solo per le 53 realtà parte di Genova for Yachting, da agosto a oggi, questa normativa si è tradotta in 46 milioni di euro di mancati introiti. Il dato emerge dallo studio di settore che la stessa associazione di categoria ha rilevato tra i suoi associati”.

La sentenza, emessa nel 2020 dalla Corte di giustizia europea, una volta diventata legge, è stata recepita dal ministero degli Interni, per poi essere trasmessa alla polizia di frontiera a giugno 2021. È entrata in vigore ad agosto del 2021.Ma dopo la Brexit, il 98% delle imbarcazioni che arrivano in Italia sono extraeuropee, così come circa l’80% dei loro equipaggi. Le lunghe permanenze nei cantieri o nei marina italiani sono dunque off limits dalla scorsa estate, poiché le barche non possono permettersi di cambiare ogni tre mesi l’equipaggio. E nel lungo periodo i membri dell’equipaggio hanno la necessità di scendere sul suolo italiano.

E poiché non tutti i Paesi europei hanno recepito questa legge, “Spagna e Francia stanno facendo marketing contro l’Italia − denuncia ancora Amico – Abbiamo prova certa da diverse agenzie e stakeholder che in questi Paesi non stanno applicando questa sentenza. Mentre l’Italia l’ha interpretata in modo estensivo”.

Il danno è enorme e la preoccupazione in vista della stagione 2022 è grande: “Cinque grandi associazioni si stanno muovendo per arginare il problema, cercando una soluzione in normative esistenti − spiega Amico – si tratta di Genova for Yachting, Confindustria, Confitarma, Federagenti e Assarmatori. A Roma purtroppo la sensibilità per la nautica è molto molto bassa, ma dobbiamo a tutti i costi mettere in piedi una battaglia perché l’impatto rischia di essere devastante”.

L’accusa di Amico (Genova For Yachting), estenuato dopo 9 mesi di silenzio assordante è pesante: “Devastati da un’assurda attuazione legislativa, tutta italiana, di una sentenza UE. Il Governo e le associazioni di categoria inerti di fronte allo sfacelo in corso”.

 

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