TRESANA – La Lunigiana, terra in provincia di Massa Carrara ma cerniera di tre province e di tre regioni (Toscana, Liguria, Emilia) ha oltre che necessità soprattutto una forte volontà di sviluppare tutte le sue potenzialità.
E conta molto sul raddoppio della ferrovia Pontremolese che a torto è stata spesso visto come infrastruttura legata al traffico merci da e per il Porto della Spezia. É evidente che essa sia e resti (e tale è sempre più considerata) strategica sia per i collegamenti commerciali tra Alto Tirreno e Mar Ligure (incluso il Porto di Marina di Carrara) sia per il completamento della rete nazionale. Ma si deve avere la consapevolezza della sua valenza, anzi della sua essenzialità, per il rilancio economico, sociale, turistico di tutta la Lunigiana. E mentre da una parte l’iter a sostegno della Pontremolese prosegue, dall’altra l’occasione del Pnrr anche per questo territorio non s’ha da perdere.
Piace riprendere dalla Voce Apuana, proprio a questo proposito, le considerazioni del giovane sindaco di Tresana Matteo Mastrini quando insiste per la necessità per i piccoli Comuni, di intercettare le risorse del Pnrr nel quadro di una proposta politica unitaria per il rilancio della Lunigiana e che a formularla dovrebbe essere l’Unione dei Comuni allargata a Pontremoli. E lo fa con un obiettivo preciso: “Per le nostre caratteristiche e per le nostre peculiarità la strada potrebbe e dovrebbe essere quella di diventare una delle 30 Green Communities d’Italia”.
E argomenta: “Il Pnrr favorisce infatti la nascita e la crescita di 30 comunità locali coordinate e associate tra loro che vogliano realizzare insieme piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale. Il progetto si potrebbe dunque inserire nella Missione rivoluzione verde e transizione ecologica e nella componente economia circolare e agricoltura sostenibile. Acqua, boschi, paesaggio sono gli elementi di valore attorno ai quali può nascere una Green Comunity”.
L’altra annotazione è questa: “Le risorse del territorio lunigianese non sono oggi elemento di ricchezza per chi è rimasto a vivere qui -. prosegue Mastrini – Ma sarebbero fondamentali per favorire lo sviluppo sostenibile e resiliente dei territorio rurale e di montagna della Lunigiana. Il bando infatti favorisce la nascita e la crescita di comunità locali, anche coordinate e/o associate, dando loro supporto per l’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale. Noi, con l’aiuto dell’Universitá di Pisa o di altri atenei , potremmo costruire un piano di gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale e delle risorse idriche; la produzione di energia da fonti rinnovabili locali; lo sviluppo di un turismo sostenibile; la costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di una montagna moderna; l’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti; lo sviluppo delle attività produttive a rifiuti zero (zero waste production); l’integrazione dei servizi di mobilità; lo sviluppo di un modello sostenibile per le aziende agricole. L’architrave su cui lavorare è la nostra riserva di Biosfera Mab Unesco: ora che la qualità ambientale della Lunigiana è certificata, serve il rilancio economico”.
“Ma – conclude – non c’è tempo da perdere: anche perché l’aumento del costo dell’energia dovuto a quanto sta accadendo in Europa, diventerà un fattore di impoverimento ulteriore delle famiglie. Per ognuna delle 30 Green Comunity il Pnrr mette a disposizione 5 milioni di euro: la politica risponda con un progetto unitario serio o si tratterà di un’altra opportunità persa. Il bando dovrebbe essere pubblicato in autunno, ma occorre essere pronti e correre”.
Fonte: La Voce Apuana