Appuntamento oggi con i giovani, con inizio alle 14, nella room 1 della Base navale della Spezia, la presentazione dei risultati del progetto Giona a Seafuture.
Il progetto, orientato allo sviluppo di competenze digitali dedicate all’economia del mare e supportato da diversi soggetti tra i quali Netalia e il Centro per la Ricerca e Sperimentazione Marittima (Cmre) della Nato, tramite l’attività Barlamare, sarà illustrato dagli studenti del liceo Pacinotti e dell’Itis Capellini-Sauro della Spezia, i più giovani speaker di tutta la manifestazione.
«Questi studenti rappresentano il motore del cambiamento – ha commentato la dirigente dell’ISA12 Simonetta Bettinotti – Hanno imparato a lavorare in gruppo, hanno sviluppato un proprio spirito critico e ad affrontare una ricerca seguendo il metodo scientifico. Hanno sviluppato senso di responsabilità verso il pianeta e la consapevolezza dell’importanza delle piccole azioni quotidiane, hanno colto la necessità di una collaborazione globale a livello di paesi, stati, continenti e hanno imparato a presentare i risultati del proprio lavoro con linguaggio chiaro ed efficace, utilizzando la tecnologia informatica».
Per tutta la durata del progetto hanno fatt sperimentazioni sul campo a bordo della nave Leonardo del Cmre, affiancando gli scienziati nell’osservazione e nella raccolta dei dati, produrre uno spettrogramma partendo dal dato grezzo e a operare deduzioni sul dato elaborato grazie a software come Scilab in un ambiente cloud sicuro di Netalia.
«Questo risultato dimostra come il concorso di più soggetti, in questo caso scuola, ricerca e impresa, possa davvero creare ricchezza per il paese – ha detto Michele Zunino, ad di Netalia – Questi studenti hanno potuto accedere a tool e a strumentazioni tecnologiche all’avanguardia messe a disposizione del mondo delle imprese private e operare a stretto contatto con l’ambito della ricerca. Due ambienti che potranno un giorno accogliere le competenze così sviluppate, facendo crescere la competitività del nostro Paese».
La presentazione a Seafuture ripercorrerà le tappe del progetto Giona dalla sua nascita nel 2018 alla sua evoluzione finale passando per lo scoppio e lo sviluppo della pandemia nel 2020 e il conseguente adattamento resosi inevitabilmente necessario.
«Nel 2020 avremmo dovuto replicare quanto svolto nel 2019 compresa la parte operativa con relativo posizionamento di boe sonore nel medesimo sito – ha aggiunto la docente referente del progetto Giona, Pamela Nascetti – La pandemia ci ha tuttavia costretti a rivedere il progetto, affidandoci ai dati raccolti dai ragazzi nel 2019 e alle competenze che avevano sviluppato nel frattempo. In questo modo i ragazzi hanno potuto contestualizzare i dati sulla popolazione locale dei tursiopi che abita il mare da Genova fino alla Versilia, deducendo dai dati le attività che questi svolgono, dalla socializzazione fino alla caccia».
Grazie a strumenti di unified communication e collaboration si è potuto superare il limite delle infrastrutture locali consentendo di condividere in modo più flessibile gli spazi di lavoro. Un percorso che era stato pensato in modo diverso, prima della pandemia, ma che è stato portato a termine con strumenti alternativi forniti dalle tecnologie e dalla capacità di adattamento e cambiamento degli studenti che hanno partecipato.
«Un sistema virtuoso, quello innescato dal progetto Giona, che è riuscito a potenziare gli interessi di quei ragazzi che un domani vorranno fare ricerca, avvicinandoli nello specifico all’oceanografia e alla fisica subacquea, in generale, alle discipline Stem – ha concluso Bettinotti – E che durante Seafuture si tradurrà nella proposta di mantenere in vita il monitoraggio dal punto di vista acustico per continuare a studiare i cambiamenti ambientali anche attraverso i cambiamenti acustici e anche attraverso i comportamenti degli animali».