Taranto. Il ruolo dei porti nel mondo è stato delineato all’assemblea nazionale degli Agenti marittimi dal professor Giulio Sapelli che ha definito i porti “la vera dinamite” sui mercati internazionali.
Un nuovo sistema di relazioni internazionali propone un orizzonte di cambiamenti epocali che vedono l’affermazione dell’India, un declino della Cina e equilibri fragili connessi ad esempio con la Via del Cotone, (India, Arabia Saudita, Israele, Sud Europa) di cui, almeno prima dell’esplodere del conflitto di Gaza, era accreditata di enormi potenzialità.
Quale può essere e quale sarà il ruolo dell’Italia – ha continuato Sapelli – in questo scacchiere caratterizzato da superpoteri internazionali dai quali l’Italia è molto meno dipendente della Germania? Ebbene è qui che entra in gioco la forza dei porti e dei traffici marittimi che sono il più importante asset del sistema Italia.
Un ruolo che il presidente di Federagenti Alessandro Santi va predicando da mesi e che ha ripetuto spesso nella sua relazione all’assemblea pubblica a Taranto.
Occorre – per Santi – che “Porto Italia”, una portualità diffusa lungo tutte le coste italiane trovi sintesi decisionale e strategica in una cabina di regia nazionale pubblico-privati in grado di fornire indicazioni di priorità anche in infrastrutture, logistica e di governance: “Una cabina di regia che si muova su una visione unitaria e centrale, un controllo statale della risorsa demaniale e delle scelte strategiche su di essa attraverso un modello da applicare che sia personalizzato, “made in Italy’ potremmo dire, che sappia cioè cogliere le peculiarità italiane e le opportunità che derivano da esperienze di altri paesi senza esserne soggiogati”.
E ancora: “Abbiamo bisogno di una più forte collaborazione ed interazione tra pubblico e privato sia a livello di investimenti strategici (nel perimetro dello strumento concessorio) che a livello di governance delle AdSP; abbiamo bisogno di una regia nazionale in seno al MIT che diventi la cabina di regia operativa per le AdSP, che ne garantisca efficienza e coordinamento, armonizzazione delle regole per una giusta competizione e cooperazione tra le AdSP, soprattutto in questo momento dove il fenomeno della verticalizzazione è sempre più spinto, che sappia dirimere ed eliminare sovrapposizioni di competenze (Art, Agcm, Anac,Mit), garantire percorsi normativi standard per procedure ricorrenti, ad esempio tutte le pratiche di autorizzazione ambientale, farsi interfaccia del CIPOM in maniera bidirezionale per l’attuazione del piano del Mare per la parte della portualità”.