Dopo aver ampiamente trattato della transizione digitale la relazione al Piano Operativo Triennale dell’Autorità del Sistema del Mar Ligure Orientale affronta i problemi connessi alla transizione energetica nei Porti della Spezia e di Marina di Carrara.
di Mario Sommariva
Transizione energetica
La transizione energetica insieme alla transizione digitale, ad essa interconnessa, costituisce uno dei pilastri sui quali si poggia il Next Generation EU, il programma europeo di sostegno per lo sviluppo nei prossimi anni istituito dall’Europa per far fronte agli impatti della pandemia da Covid-19.
Il cambiamento climatico, le pandemie e l’inquinamento ambientale sono fattori che già incidono e sempre maggiormente incideranno, sulle trasformazioni della società dei prossimi anni con conseguenze dal punto di vista sociale, economico e politico.
L’Europa ha posto obiettivi importanti per il prossimo decennio e adeguati strumenti di finanziamento. In particolare Green Deal, Next Generation EU, Sustainable and Smart Mobility Strategy e da ultimo l’European Climate Law costituiscono il nostro quadro di riferimento per costruire le future strategie in materia di transizione energetica/ambientale.
In particolare il Green Deal europeo mira a rendere l’Unione carbon neutral entro il 2050 poggiandosi su 4 pilastri programmatici: “carbon pricing”, investimenti sostenibili, una nuova strategia industriale dell’UE, il Just Transition Mechanism (JTM).
Le azioni principali indicate nel documento programmatico europeo sono: sostegno a tutti i settori economici che dovranno diventare “circolari” con processi sostenibili di produzione e consumo, diffusione delle energie rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere la quota superiore al 30% entro il 2030; l’eliminazione dell’uso del carbone; investimenti nelle infrastrutture di trasporto per attuare la transizione verso una mobilità intelligente e sostenibile; promozione al trasporto ferroviario e multimodale; digitalizzazione e sistemi intelligenti di gestione del traffico per ridurre la congestione e l’inquinamento; reti energetiche intelligenti, idrogeno, stoccaggio dell’energia e una catena del valore circolare per le batterie.
Il Green Deal è accompagnato da un importante Piano di investimenti sostenibili che prevede la mobilitazione di almeno 1.000 miliardi di € nel corso del prossimo decennio per realizzare gli obiettivi prefissati e raggiungere in particolare i seguenti tre obiettivi principali:
- incrementare i finanziamenti per la transizione e mobilitare almeno 1.000 miliardi di € a sostegno di investimenti sostenibili nel corso del prossimo decennio attraverso il bilancio dell’UE e gli strumenti associati, in particolare Investeus;
- creare un quadro che consenta facilmente ai privati e al settore pubblico di effettuare investimenti sostenibili;
- fornire supporto alle amministrazioni pubbliche e ai promotori dei progetti ai fini dell’individuazione, della strutturazione e dell’esecuzione di progetti sostenibili.
Relativamente al settore dei trasporti, le emissioni rappresentano circa il 25% delle emissioni complessive, in costante crescita. Il Green Deal europeo ha come obiettivo una riduzione del 90% delle emissioni di questo settore entro il 2050.
Il settore dei trasporti quindi, ed i porti in particolare, giocheranno un ruolo cruciale nella mitigazione degli impatti del cambiamento climatico e nell’attuazione della transizione energetica e decarbonizzazione.
Il ruolo delle Autorità di Sistema Portuale, che hanno la governance dell’hub energetico quale è un porto, dovrà tradursi in ruolo proattivo e stimolo anche nei confronti delle comunità portuali e cittadine per la messa in pratica di azioni volte alla transizione ambientale in linea con il quadro normativo e strategico europeo.
Da un recente studio realizzato da Deloitte per ESPO (European Sea Ports Organization) è emerso che il 66% delle Autorità di Sistema Portuale intervistate a livello europeo considera la sostenibilità ambientale come il trend principale che impatta sulle attività nei porti. Questo risultato è ancora più interessante se paragonato alle analisi degli ultimi anni, dove il tema della sostenibilità è cresciuto anno dopo anno nella classifica dei fattori più importanti da tenere in considerazione nell’ambito portuale da parte dei manager del settore.
I porti quali nodi di interconnessione delle diverse modalità di trasporto e nodi energivori rappresentano uno degli attori principali per raggiungere i target in materia di decarbonizzazione e efficientamento energetico.
Il settore dello shipping, in generale, è oggi quello più direttamente coinvolto nella transizione energetica. Ma ciò che sicuramente è cambiato nell’ultimo periodo, soprattutto in conseguenza della pandemia, è la sensazione diffusa, tra l’intera opinione pubblica, di trovarsi di fronte ad una scelta irreversibile con un forte contenuto etico e sociale che in passato non era così fortemente percepito. Questi elementi, insieme al nuovo contesto europeo, sia in termini di linee guida che di risorse finanziarie, sono stati recepiti dai singoli stati membri nei diversi Piani Nazionali collegati al NGEU.
Per quanto riguarda l’Italia, la transizione energetica/ambientale è stata recepita dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR ed in particolare nella Missione 3 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” in cui vengono elencate per l’implementazione della transizione energetica. Tali misure vanno dalla realizzazione di infrastrutture per la decarbonizzazione dei trasporti al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici, privati e stabilimenti produttivi; dal monitoraggio della qualità delle acque interne e marine ai fini del contrasto all’inquinamento agli investimenti in economia circolare; dalla riconversione della produzione e trasporto energia in chiave sostenibile alla protezione dell’ambiente da rischi idrogeologici.
Alla transizione energetica e in generale alla sostenibilità ambientale, l’AdSP negli ultimi anni, ha dedicato particolare attenzione avviando importanti progetti e pianificando azioni e interventi come riportato anche nel Documento Energetico Ambientale di Sistema Portuale – DEASP perfezionato già a fine 2020 e in fase di ulteriore aggiornamento.
Il documento, infatti, potrà svolgere appieno le funzioni di indirizzo programmatico e pianificatorio solamente laddove vengano monitorati i miglioramenti reali in termini di “carbon footprint” che gli interventi di volta in volta realizzati saranno in grado di assicurare al sistema portuale e, contestualmente, vangano aggiornati gli obiettivi di miglioramento in relazione all’evoluzione tecnologica del mercato energetico, dei trasporti e della gestione dei rifiuti. Il salto di qualità richiesto dalla nuove scelte europee in materia ambientale è quello di considerare la politiche di “transizione energetica” l’anima stessa dello sviluppo infrastrutturale e parte intrinseca della competitività del porto.
Dopo l’approvazione del DPSS (Documento di Pianificazione Strategica di Sistema) da parte della Regione Liguria (previe intese con Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Regione Toscana), si prevedono già aggiornamenti pianificatori per entrambe i porti di competenza dell’AdSP del Mar Ligure Orientale, laddove siano state inserite prescrizioni in merito alle caratteristiche tecnico-impiantistiche degli ampliamenti infrastrutturali previsti.
Per il porto della Spezia, peraltro, il PRP vigente, adottato definitivamente nel 2006 ed approvato successivamente alle prescrizioni della Regione Liguria nel 2011, conteneva già molti temi propri della transizione energetica. Erano già presenti ad esempio il cold ironing per tutte le nuove banchine previste dal Piano, ma anche indicazioni precise circa l’utilizzo di mezzi operativi a minore impatto ambientale, di impianti di trattamento acque per i piazzali di nuova realizzazione e l’impiego di sistemi di illuminazione a minor consumo (lampade a LED). Il nuovo Piano Regolatore Portuale di Marina di Carrara, attualmente all’inizio del procedimento di approvazione, contiene ulteriori indicazioni in materia di transizione energetica, conformandosi al DEASP e assecondando con ancora maggiore efficacia le indicazioni del PNRR. Entrambe i Piani, poi, puntano decisamente al potenziamento del trasporto via ferrovia delle merci movimentate.
Il porto della Spezia muove da percentuali di traffico merci containerizzate pari al 35% del totale; il PRP prevede di poter raggiungere il 50% Ancorché su percentuali meno importanti, anche il nuovo PRP di Marina di Carrara (in via di approvazione) prevede investimenti in tale direzione, nella convinzione che il miglioramento ambientale delle attività portuali non possa prescindere dal potenziamento del trasporto merci via ferrovia.
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