MARINA DI CARRARA – Dopo la preoccupazioni sollevate dagli industriali di Massa Carrara per le ripercussioni su marmo e nautica, il Presidente dell’Authority Mario Sommariva assicura dal canto suo che il mancato apporto dei traffici di Russia e Ucraina sul Porto di Marina di Carrara non costituiscono una quota significativa.
Mentre, come si è visto in mattinata si temono pesanti ripercussioni sui traffici dei porti dell’Adriatico (leggi Monfalcone per l’acciaio) e sui porti del grano, “da una analisi dei traffici da e per la la Russia e l’Ucraina si evince che si tratta di una componente poco rilevante sia per il Porto della Spezia sia per il Porto di Marina di Carrara”, spiega Sommariva che si mostra invece più preoccupato per l’incidenza che potranno avere gli aumenti dei prezzi di gas e petrolio che colpiscono in maniera pesante i costi del trasporto via mare e via terra: “La catena logistica era già in difficoltà per gli effetti della pandemia che ha tolto ogni parvenza di regolarità alle rotazioni delle navi con conseguenze immediate sull’organizzazione dei terminal e della logistica”.
La temuta estensione delle proteste degli autotrasportatori dal sud verso nord arrivate a Ravenna, al momento, non c’è stata né nel Porto della Spezia né nel Porto di Marina di Carrara”.
D’altronde è possibile che in questo periodo possa influire il detto che ubi maior (la guerra) minor cessat (le proteste per il caro energia) anche se, al netto della pandemia finita in secondo piano, il rischio è che i problemi si aggravino anziché attenuarsi.
Ma come spesso ama ripetere lo stesso Sommariva: i tempi in cui viviamo ci hanno insegnato che le cose possono cambiare da un momento all’altro. In peggio o in meglio non è dato sapere nonostante la schiera dei tuttologi dopo la scena della pandemia stanno affollando quella della guerra.