LA SPEZIA – Si sente parlare in occasione di ispezioni della Guardia Costiera di navi e yacht che quando vi sono dei comportamenti o delle strutture irregolari procedono al fermo finché una successiva ispezione prenda atto che le anomalie sono state eliminate.
Si tratta del Port State Control cioè della attività ispettiva delle navi straniere da parte dell’Autorità dello Stato del porto atta a garantire che la nave che scala un porto in navigazione internazionale non sia in condizioni sub-standard rispetto alle Convenzioni Internazionali che regolano la sicurezza della navigazione, costituendo un pericolo per la vita umana in mare e per l’ambiente.
L’attività viene svolta da personale del Corpo, debitamente formato e autorizzato quale ispettore PSC, dislocato tra i diversi Comandi territoriali nei porti maggiormente interessati da traffico mercantile ed organizzato in “Nuclei Port state Control” che fanno capo ai servizi di coordinamento PSC istituiti a livello di Direzione Marittima e ad un Coordinatore Regionale del servizio.
A livello centrale l’Autorità Competente è il 6° Reparto del Comando Generale – Sicurezza della navigazione che agisce tramite la sezione “Port State Control” e il Coordinatore Nazionale PSC. Le principali normative/disposizioni internazionali, comunitarie e nazionali di riferimento sono: Convenzioni internazionali elaborate in sede IMO ed ILO; Testo, istruzioni e circolare del c.d. Paris Memorandum of Understanding, importante accordo regionale finalizzato a garantire politiche comuni relative alle ispezioni per l’Europa e l’Atlantico del Nord, firmato a Parigi il 26 gennaio 1982 e che riunisce 27 Autorità Marittime europee e non e di cui l’Italia fa parte fin dalla sua costituzione; Direttiva 2009/16/CE – recepita in Italia con il decreto legislativo n. 53 del 24 marzo 2011, “Attuazione della direttiva 2009/16/CE – relativa all’attuazione di norme internazionali per la sicurezza delle navi che approdano nei porti comunitari e che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati membri” e che impone agli Stati comunitari l’adempimento di precisi obblighi ispettivi all’interno del “Nuovo Regime Ispettivo” – regime atto a garantire l’effettuazione del maggior numero di ispezioni delle navi che approdano nei porti europei, tenendo conto di un’equa ripartizione dell’impegno globale di controllo tra gli Stati membri (c.d. Fair Share), e dando priorità alle navi che presentano un profilo di rischio più elevato