Pechino – Nonostante le chiusure da tolleranza zero a causa della pandemia, come accaduto soprattutto a Shanghai che è anche il porto più grande del mondo, la movimentazione dei container negli scali cinesi non ha subito flessioni.
Anzi, stando ai dati del ministero dei Trasporti riferiti ai primi cinque mesi dell’anno la movimentazione dei container ha addirittura registrato una progressiva e quindi stabile espansione.
Nel periodo gennaio-maggio, il volume di movimentazione dei container è aumentato del 2,3% rispetto al 2021 salendo a 116,48 milioni di unità equivalenti a venti piedi (Teu) e il volume delle merci movimentate è stato di 6,25 miliardi di tonnellate.
Qui per la verità si registra un calo dello 0,5% se valutato su base annua.
Come abbiamo già avuto occasione di scrivere recentemente nell’ultimo mese preso in considerazione, maggio, i porti cinesi hanno movimentato nel cotale 1,34 miliardi di tonnellate di merci e 25,43 milioni di Teu, registrando qui una crescita tra il mese di maggio del 2022 e quello del 2021.
La ripresa ormai regolare dell’attività del porto di Shanghai in questo mese di giugno avrà l’effetto di far continuare la crescita della movimentazione complessiva dei porti cinesi con effetti, si spera, non troppo gravosi per i porti nel mondo, a cominciare da quelli europei e italiani, come già avvenuto a fine 2021. Anche se, mutati i tempi, ora l’occidente deve fare i conti con un’inflazione che peserà notevolmente sulla stessa tenuta dei consumi. Il che attenuerà i temuti colli di bottiglia lungo la catena della logistica che comunque prosegue nella marcia verso la regionalizzazione della globalizzazione come l’abbiamo conosciuta fino a ieri.
E. M.