Nomine dei presidenti dei porti, Musumeci a Salvini: cambiamo il paradigma!

Milano – “Voglio proporre al ministro Salvini un Albo nazionale per i presidenti AdSP, al quale arrivare dopo una formazione di dieci, dodici mesi”. E ancora: “Sono fermamente convinto che noi possiamo entro l’anno definire la riforma dei porti”.

di Enzo Millepiedi

Così parlò il Ministro del neo dicastero del Mare Nello Musumeci intervenendo all’evento Shipping, Forwarding & Logistics su “Il Piano del Mare e la blue economy nel cuore industriale e logistico del Paese”, con il che gettando un pesante sasso nello stagno, che  però si sta agitando ogni giorno di più, delle nomine dei quattordici presidenti, tra gli scaduti naturali e i sostituiti, per varie vicende, da commissari straordinari, in concomitanza con l’ annunciata riforma del sistema delle sedici Autorità portuali.

Si converrà che non occorre una interpretazione autentica per capire il senso e il significato del messaggio del ministro Musumeci che è infatti arrivato forte e chiaro quale richiesta di cogliere l’occasione, per molti versi straordinaria, di garantire  competenza e indipendenza nella gestione portuale.

L’idea di istituire un albo di professionisti da cui attingere per scegliere i nuovi presidenti implica il concetto che si basa sulla necessità di avere a disposizione per la portualità italiana una classe dirigente prima accuratamente selezionata e formata e infine scelta per le sue competenze e professionalità. E scusate se sarebbe poco.

E’ evidente che quella del ministro Musumeci non può essere intesa come una boutade. Può avere semmai il sapore di una provocazione ma (perché no?) anche quello di una sfida per la classe politica chiamata ad osare sull’adozione di un cambiamento di paradigma che mira a migliorare la gestione complessiva dei porti italiani per i quali si prospetta, con la riforma, una regia nazionale. Regia per la quale – va qui ricordato – si stanno manifestando significative adesioni.

Fatte salve la visione, le scelte e la direzione della politica portuale nazionale, che spettano ovviamente alla politica, sarebbe dunque, prima facie, innegabile il vantaggio di poter coordinare presidenti dotati delle giuste qualifiche e conoscenze, piuttosto che di titoli o meriti politici.

Considerando l’urgenza di nominare ben 14 su 16 presidenti dei porti, sarebbe quindi essenziale iniziare subito il processo di selezione basato appunto su competenza ed esperienza, approccio come intuibile fortemente innovativo che permetterà di avere una dirigenza portuale qualificata e pronta ad affrontare efficacemente e a gestire al massimo possibile le sempre più complicate sfide di un settore strategico che, sempre meno domestico (concorrenza interna tra i porti) e ormai del tutto strutturalmente internazionale.

Sappiamo che un conto sono le teorie e un conto la loro traduzione nella pratica. E sappiamo tutti che cambiare paradigma, specie quando si tratta di nomine, equivarrebbe accettare e applicare finalmente, non a parole ma nei fatti, i principi della professionalità competente, rompendo con la vulgata delle idee e dei pensieri ad uso esclusivo per i convegni.

Se la proposta di Musumeci a Salvini è ritenuta non solo idonea ma anche praticabile si passi allora dalle parole ai fatti sapendo che  ogni ulteriore indugio non farà altro che perpetuare un sistema considerato inefficiente e giocoforza dannoso per il nostro Paese chiamato a scommettere sul mare il suo futuro.

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