Mille marittimi intrappolati a Odessa: la Russia deve consentire alle navi di lasciare la zona del conflitto

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Londra – L’Organizzazione marittima internazionale (IMO) delle Nazioni Unite convocherà una sessione straordinaria del Consiglio per affrontare il drammatico impatto sulla navigazione e sulla gente di mare dell’invasione dell’Ucraina.

La decisione arriva mentre cresce la preoccupazione e anche la paura per la sicurezza dei marittimi intrappolati nel sud dell’Ucraina e in particolare vicino al Porto di Odessa, la città che da ore nel mirino delle truppe russe e per la quale si teme un attacco missilistico da parte parte della flotta russa.

L’Ucraina, come si sa, ha chiuso i suoi porti, impedendo alle navi mercantili di allontanarsi dalla zona di guerra a causa della sospensione dei servizi dei rimorchiatori e dei piloti. Altrettanto preoccupante è la situazione di migliaia di marittimi ucraini e russi che lavorano in mare lontano da casa.

Subito dopo l’invasione russa, il segretario generale dell’IMO Kitack Lim si era detto “gravemente preoccupato per gli effetti dell’azione militare in Ucraina sul trasporto marittimo globale”.

La sessione dell’IMO si terrà il 10 e 11 marzo in modalità remota. Il consiglio è composto da 40 Paesi eletti per rappresentare la comunità marittima globale, ma altre nazioni, inclusa l’Ucraina, potranno presentare dichiarazioni.

Come abbiamo già pubblicato Bloomberg stima che ci siano 140 navi bloccate nei porti ucraini o nelle vicinanze e calcolando che ciascuna nave abbia una media di 20 membri dell’equipaggio risulta che oltre 1.000 marittimi sarebbero bloccati.

L’Associazione degli armatori tedeschi ((VDR) ha stimato un numero simile, di 100 navi mercantili impossibilitate a partire dai porti nel Mar Nero e nel Mar d’Azov  e il suo presidente Gaby Bornheim ha chiesto che “tutte le navi e i loro equipaggi possano lasciare la zona di conflitto e che la Russia deve rispettare la libertà di navigazione per cui le navi mercantili non coinvolte non devono essere attaccate”.

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