Roma – Si assiste spesso a discussioni con chi sostiene che votare sia inutile o che tanto a prescindere di chi vinca non cambia mai niente. Pensieri più che legittimi ma tra le “scuse” di chi non si reca alle urne troviamo anche il “complotto” per cui a causa della matita utilizzata per esprimere la preferenza, in fase di spoglio, possa essere cancellata la nostra “X” e sostituita con un’altra essendo il tratto della matita facilmente delebile.
Come è noto, il 25 settembre 2022 gli italiani sono chiamati alle urne per rinnovare i due rami del Parlamento a causa dello scioglimento anticipato delle camere firmato dal Presidente della Repubblica il 21 luglio scorso, voto che dal 2 giugno 1946 viene espresso tramite uno strumento chiamato matita copiativa; ma cosa la distingua da una normale matita?
La sua peculiarità risiede nel tratto che rilascia durante la scrittura, indelebile e ben visibile, anche se ad una prima occhiata potrebbe sembrare il classico segno grigio di una normale matita. È la sua composizione interna a cambiare, di fatto essa oltre alla grafite e all’argilla, vengono inseriti dei pigmenti derivati dall’anilina, come il blu di metilene o il violetto di metile. A seconda del produttore questi ne contengono una percentuale che oscilla tra il 25% e il 50%, compromettendo la scheda elettorale in caso di manomissione, lasciando una traccia ben riconoscibile, vanificando ogni tentativo di falsificazione.
Allora non sarebbe più semplice utilizzare una classica penna indelebile?
I motivi per cui non si intraprende quella strada sono principalmente due: uno ha una valenza tradizionalistica, essendo legata da oltre settant’anni alla nostra storia elettorale, il secondo risiede nella questione della privacy visto che un tratto di penna è facilmente riconoscibile anche a scheda chiusa.
Si ricorda che le elezioni si terranno domenica 25 settembre 2022, dalle ore 7 alle ore 23, per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.