Mai visto prima nel golfo un tale dispiegamento per l’ultimo viaggio di 7 ex unità militari

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LA SPEZIA – Continuano a stupire e ad affascinare le immagini pubblicate sui social delle operazioni di trasferimento delle navi militari dismesse sulla nave bacino che le trasporterà dal Golfo della Spezia al cantiere di demolizione turco.

“Immagini che, grazie a diversi amici impegnati in prima linea nelle operazioni e che ringrazio di vero cuore, ho inanellato – scrive Corrado Ricci – nella pagina Facebook del Cantiere della memoria per documentare le grandi manovre nel Golfo della Spezia per movimentare dall’Arsenale alla nave-bacino Seaway Albatros (nei pressi dell’isola Tino) le prime ex navi delle Marina Marina – i pattugliatori-fregata Artigliere e Bersagliere – destinate alla demolizione nel cantiere turco di Ege Celik”.

E spiega: “Si è trattato di operazioni veramente complesse e delicate frutto dell’impeccabile sinergia fra gli operatori dei servizi nautici del porto nel gestire e le unità ingovernabili: ormeggiatori, piloti, personale dei rimorchiatori spezzini (per il disormeggio e il primo tratto di traino per motivo dei limiti della concessione operativa) e anche della Setemar di Livorno (autorizzata alle manovre d’altura, per  l’ingresso nella nave contenitore)”.

“Mai visto prima nel golfo un dispiegamento di forze di questa portata per accompagnare l’ultimo viaggio di ex unità della Marina verso lo stabilimento dove saranno fatte a fettine. Sono sette le ex navi  (anche i sommergibili Da Vinci, Marconi e Di Cossato e le fregate Maestrale e Scirocco) proiettate a queste epilogo triste, liberatorio e beffardo; triste perché la fine di una nave, frutto dell’ingegno dell’uomo, è sempre struggente  col suo riaffiorare dei ricordi nella mente del personale imbarcato; liberatorio per gli effetti sulla base navale, col positivo effetto  indotto per il ministero della Difesa di fare cassa (la gara è stata aggiudicata per un milione e 700mila euro); beffardo per la fine avuta dal Da Vinci al centro di vari progetti  di musealizzazione e collocazione nella città-culla dei mezzi sottomarini, progetti evaporati per il degrado maturato dal mezzo nel corso degli anni finì a rendere impraticabile il recupero”.

“Mentre le speranze di musealizzazione sono riposte nella prossima unità dismessa col subentro delle nuove, quello che è capitato e capiterà nel golfo nelle prossime settimane (dopo la partenza a fine rizzaggio nella rada interna  di Artigliere e Bersagliere seguiranno gli altri trasferimenti) merita di essere seguito, anche per valorizzare l’adoperarsi di tanti tecnici e uomini di mare che costituiscono un vanto del porto, del golfo”.

“Continuerò a farlo dalla pagina del Cantiere della Memoria, grazie agli assist fotografici, con l‘invito agli ex marinai imbarcati alla condivisione dei ricordi, sulla rotta della mission del progetto culturale teso a fare tesoro delle memorie delle imprese sul mare, suscitare emozioni, ricerche”.

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