MARINA DI CARRARA – “Una modalità che permette di togliere dalle strade della Toscana 600 camion e, secondo le stime di calcolo del Polo Logistica, evitare l’emissione di circa 210 tonnellate di CO2 rispetto al trasporto con mezzo pesante su strada”.
E’ questo dunque il primo, importante, risultato ottenuto dalla nuova sinergia ferro-gomma-mare per il trasporto integrato e sostenibile di prodotti in calcestruzzo di grandi dimensioni.
Risultato ottenuto grazie alla collaborazione tra il gruppo Baraclit, il Polo Logistica del Gruppo FS e il Gruppo Grendi, che hanno realizzato una prima promettente volta in Italia di prodotti di calcestruzzo che viaggiano prima in treno, poi con un trasporto
marittimo nazionale fino in Sardegna e infine con una consegna camionistica di appena un ultimo miglio.
Piace riprendere questa notizia anche già da noi pubblicata per sottolineare come questa combinazione di modalità di trasporto ottimizzi la resa e minimizzi al massimo possibile l’impatto ambientale.
Ricordiamo che questi manufatti in calcestruzzo, che sono prodotti da Baraclit nel suo stabilimento di Bibbiena, in provincia di Arezzo, sono caricati sul treno in fabbrica e che, grazie a Mercitalia Rail, raggiungono in poche ore il Porto di Marina di Carrara, consentendo il risultato che oggi torniamo a rilevare a conferma della ferma volontà del mondo logistico portuale, in questo caso della società Grendi, guidata dai fratelli Antonio e Costanza Musso (nella foto), di sperimentare e soprattutto realizzare modalità di trasporto sempre più sostenibili.
Il carico, come si è visto, posizionato su apposite cassette, viene imbarcato da Grendi sulla propria nave diretta a Cagliari dove il materiale, una volta sbarcato, viene stoccato e, infine, trasferito su camion per gli ultimi chilometri, raggiungendo la destinazione finale di Elmas per la realizzazione di un centro commerciale.
Ma c’è di più. “Con questo progetto – spiega Grendi – l’efficienza operativa ed economica sposa le sostenibilità in termini di diminuzione dell’impatto ambientale dimostrando che sia possibile perseguire questi obbiettivi in modo sinergico”.
E non siamo che all’inizio di un modus operandi con “un esempio virtuoso di mobilità mista, unico nel suo genere, per sviluppare una rete intermodale a basse emissioni, in linea con gli obiettivi sostenibili delle tre aziende”.