Roma – Ci pare giusto avendo seguito l’importante evento organizzato da ShiMag a Roma per ricordare la figura di Francesco Nerli pubblicare a conclusione delle tante e signifricative testimonianze l’intervento di Raffaele Marino e leggendo si capirà il perché.
“Non vi nascondo che per me è difficile intervenire in questo contesto perché appartengo a quell’ordine, la magistratura, che tanto male ha fatto a Francesco”: ha iniziato così il suo intervento Raffaele Marino, già sostituto procuratore a Napoli, per anni in prima fila nel contrasto alla malavita organizzata, tra le personalità intervenute a Roma in ricordo di Francesco Nerli.
Un intervento che chiude una volta per tutte – qualora se ne avvertisse ancora il bisogno – una vicenda che ha profondamente segnato la carriera e la vita dell’ex politico e uomo delle istituzioni.
“Proprio questa mia appartenenza mi ha spinto a venire qui. Non tanto e non solo per l’amicizia e la leale collaborazione istituzionale che mi legava a Francesco Nerli, ma soprattutto io sono qui per chiedere scusa a Francesco. Scusa a nome di una magistratura che quando sbaglia – e sbaglia spesso, la magistratura – non paga mai. Come ha sottolineato di recente anche il Presidente della Repubblica, ciò ha reso indifferibile una sua profonda riforma, invocata anche attraverso la richiesta di un referendum popolare. E noi dall’interno, almeno i più sensibili, avvertiamo la necessità di questa riforma”.