LA SPEZIA – Il Porto della Spezia si è presentato, forte del suo vissuto, interprete del presente e lucido sul suo futuro attraverso le articolate componenti di una forte comunità matura e fortemente improntata all’innovazione che ha avviato da anni, costruendo, come è nella sua storia, efficienti modelli di scuola.
E’ questo il paradigma consegnato, come già scritto ieri, nel corso della prima tappa della 9° edizione del Forum Shipowners & Shipbuildings del Secolo XIX e delle testate dello Shipping di oggi alla Spezia, di una comunità portuale spezzina che parla a una sola voce ma appunto nella composizione articolata delle sue rappresentanze.
E’ questa l’impressione di fondo confermata, a bocce ferme, nel terzo pannel dedicato a “La Spezia e il porto: un caso di crescita responsabile”, che moderato da Alberto Quarati, Il Secolo XIX, ha visto gli interventi di Salvatore Avena, CEO, La Spezia Port Service, Andrea Natale, Terminal Manager, Terminal del Golfo-Tarros, Andrea Fontana, Presidente Agenti Marittimi Spezia, Alessandro Larghezza, Presidente Associazione Spedizionieri della Spezia, Gianluca Agostinelli, General Manager presso SCAFI-Società di Navigazione e Alessandro Pellegri, Chief Operating Officer di La Spezia Container Terminal e Giorgia Bucchioni, Amministratore Delegato Agenzia Marittima Lardon.
Torniamo allora, appunto a bocce ferme, ai singoli contributi e ai singoli ragionamenti che, nel loro insieme, hanno contribuito a disegnare i desiderata e il potenziale che il sistema portuale della Spezia esprime, ripercorrendo secondo l’ordine degli interventi con lo scopo di fissare quanto comunicato nell’affermare il suo ruolo nell’economia, nel lavoro e nel sociale della città. E, non sono mancati i riferimenti di respiro nazionale e internazionale, del quale la comunità spezzina si sente orgogliosamente parte.
Come è stato del richiamo, a proposito di innovazione e di digitalizzazione dei porti e della logistica, di Salvatore Avena, CEO, La Spezia Port Service, ai Bandi del Pnrr con 157 milioni di euro già stanziati ma in attesa della loro pubblicazione. prevista entro l’estate, ma comunque in zona Cesarini, se si pensa alla scadenza temporale imposta dallo stesso Pnrr. In un porto che è riuscito addirittura ad anticipare i tempi delle innovazioni con un modello di digitalizzazione applicato, modello applicato che ha poi fatto scuola, grazie al rapporto fattivo, e come si sa non scontato, tra pubblico e privato, la necessità di mettere in cantiere al più presto i finanziamenti-investimenti previsti dal Pnrr è sentita in maniera a dir poco urgente.
Anche perché si tratta di investimenti destinati alla parte privata della portualità e della logistica, a seguito di quelli già in svolgimento per la parte pubblica. Fondi che per la parte privata, è stato ricordato, saranno gestiti da Ram (Ram- Logistica Infrastrutture e Trasporti S.p.A. azienda che è controllata al 100% dal Ministero dell’economia e delle finanze e che opera per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ndr).
La velocità degli investimenti – ha chiosato Avena – è la variante che i tempi stanno imponendo se si vuole stare al loro passo. Richiamo questo che non ha evitato una puntura di spillo che ha suonato più o meno così: se i soldi spesi per i convegni si fossero spesi per l’informatizzazione e la digitalizzazione ora saremmo già un pò più avanti.
E comunque la questione dei bandi in attesa che siano messi in gioco, ciò pubblicati, per passare alla fase operativa della innovazione e della digitalizzazione, è un monito che, non è un caso, ha dato il titolo al servizio di apertura del Secolo XIX sull’evento di Sala Dante.
(2 – continua)