“Libertà versus salute, una erronea contrapposizione”

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Le riflessioni e le domande in una lettera aperta di Emilio Simonini,  spedizioniere doganale nel Porto della Spezia

Assistendo alla quotidiana contrapposizione tra le varie forze politiche e, ingiustificatamente, tra coloro che partecipando alla maggioranza dovrebbero sostenere le loro tesi nel confronto elaborativo delle norme evitando di disorientare i cittadini, avverto il bisogno di dire la mia.

E’ un principio della fisica ma vale anche per la situazione determinatasi a causa del Covid 19: ad ogni azione o comportamento c’è una conseguenza. Non vuoi vaccinarti? Subirai le limitazioni che il legislatore riterrà necessarie per contrastare la pandemia ed i comportamenti individuali o di gruppo che ne favoriscono lo sviluppo non sulla base degli umori di giornata o delle chiacchere al bar, ma sulle indicazioni degli scienziati ormai unitari a livello mondiale.  Il principio secolarmente consolidato nel mondo occidentale stabilisce che la libertà dell’individuo ha il limite in quella altrui.

Allora io trovo molto appropriato che il Governo abbia stabilito regole e limiti nei comportamenti sociali che non devono far gridare allo scandalo della dittatura sanitaria ma devono essere collocati nel quadro generale dell’evoluzione dell’intervento dello stato: vuoi guidare? Devi avere la patente che ti viene assegnata sulla base di esami; vuoi svolgere un’attività produttiva? Devi ottemperare ad una miriade di norme sulla salute, la sicurezza; vuoi fare lo spedizioniere o l’AEO? Esami e verifiche sono propedeutiche alla patente e al riconoscimento.   L’elenco delle attività per cui lo stato richiede autorizzazioni e divieti diventa ogni giorno più pesanti ma credo che pochi siano i settori che devono essere affrontati con razionalità come questa pandemia.

Ciò premesso, per le aziende siamo in una situazione curiosa; Confindustria afferma che per entrare in azienda occorre il “green pass” e subito si levano le proteste.  La Costituzione prevede che i trattamenti sanitari siano obbligatori solo se previsti dalla legge. Ebbene, la tutela della salute e della sicurezza in azienda fa capo alla stessa e la verifica viene svolta dall’ispettorato del lavoro che irroga le eventuali penalità all‘azienda e/o all’imprenditore. Altra curiosità: nelle aziende con mensa liberi tutti oppure obbligo di “green pass” come nei ristoranti?

D’altra parte che la situazione sia grave, ma non seria, lo testimonia la dichiarazione del Presidente

della Camera dei deputati che dichiara non sottoponibile al “Green pass” i deputati per supposti ostacoli della legge sulla tutela della Privacy, legge che meriterebbe una rivisitazione profonda.

Emilio Simonini

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