Lerici ha “ringraziato” con una statua Dante Alighieri che dal suo porto era partito per il viaggio verso la Costa Azzurra e Parigi e che ha scolpito nei versi del Purgatorio

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LERICI – La statua marmorea di Dante Alighieri campeggia ora anche nei giardini di Lerici da dove si domina il Golfo dei Poeti e il porto che, si ipotizza, il Sommo Poeta sia arrivato da Sestri Levante nel suo viaggio verso la Lunigiana e da dove sia ripartito per il suo viaggio verso le coste francesi nel suo viaggio a Parigi.

Agli sgoccioli del settecentenario dalla morte di Dante, anche Lerici lo ha voluto onorare ricambiando la traccia “scolpita” in versi nel Purgatorio III, 49  e nella lapide che la riproduce e che è stata posta a Bellavista (“Tra Lerice e Turbìa la più diserta, / la più rotta ruina è una scala, / verso di quella, agevole e aperta”) con la quale indica appunto Lerici come la porta della Liguria, ricca di dirupi a sottolineare l’inaccessibilità della fascia di roccia che cinge in basso il Purgatorio.

Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco Leonardo Paoletti; Richard Galy, sindaco di Mougines (Comune gemellato) e presidente della Commissione cultura della Région Sud (Provenza-Alpi-Costa Azzurra); lo scultore Giuseppe Silvestri, l’imprenditore Attilio Bencaster dell’impresa Demetra, che ha messo a disposizione il blocco marmoreo, gli ex sindaci lericini Giorgio Tedoldi, Emanuele Fresco e Marco Caluri, che hanno curato il gemellaggio con Mougins; Alberto Stefano Giovannetti, sindaco di Pietrasanta, Comune che con Lerici e Mougins sta imbastendo una triangolazione di stampo culturale; fisicamente bloccato Oltralpe ma idealmente presente il sindaco de La Turbie (la Turbia dantesca) Jean-Jacques Raffaele. L’evento si è concluso con le letture dantesche di Roberto Alinghieri e le  illustrazioni del professor Francesco De Nicola. “Con la consigliera alla Cultura, Lisa Saisi – ha annunciato il sindaco Paoletti – abbiamo deciso che ogni estate organizzeremo una lettura di Dante qui, di fronte a questa statua, per far conoscere ciò che di più bello al mondo c’è in letteratura”.

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