LA SPEZIA – E’ venuto a mancare l’ingegner Arrigo Antonelli, a lungo guida della Società Acquedotti Tirreni e membro del consiglio di amministrazione dell’Accademia Capellini. Il ricordo del presidente Giuseppe Benelli.
La scomparsa dell’ingegner Arrigo Antonelli è una grande perdita per l’Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”, che lui ha seguito con amore in tutta la sua vita e che ha contribuito a rendere attiva con i suoi studi e le sue ricerche. Da sempre nel consiglio di amministrazione dell’Accademia, con vari incarichi, ha svolto un ruolo fondamentale nella scelta dei vari presidenti e nel coordinare i rapporti con le istituzioni cittadine.
Questo vivo interesse, per il sodalizio culturale più importante della Spezia e uno dei più prestigiosi della Liguria e della Lunigiana, gli veniva dal nonno, l’ingegnere Fausto Baratta, amico e stimatore di Capellini, che ha voluto la nascita dell’Accademia. È stato Baratta, a lungo presidente dell’associazione, a volere l’elegante edificio realizzato nel 1929 attraverso una pubblica sottoscrizione, su progetto dell’architetto Manlio Costa.
Arrigo Antonelli ricordava sempre con grande affetto l’insegnamento del nonno e ci comunicava il senso profondo di una consegna che sentiva di avere ricevuto. Non solo con i suoi studi e le sue pubblicazioni, ma anche con la sua professionalità, Arrigo è sempre intervenuto per risolvere i vari problemi che la vita del sodalizio incontrava. Dopo i rovinosi bombardamenti del seconda guerra mondiale e l’inagibilità della sede per tanti anni, Arrigo ha seguito passo dopo passo l’impegno per ripristinare il palazzo dell’Accademia. Ancora recentemente è stato determinante nel risolvere il grave problema dello muro pericolante davanti all’entrata della sede.
Di Arrigo Antonelli è in stampa il volume del centenario che racconta e documenta anno per anno la storia dell’Accademia. Il suo coinvolgimento si coglie in particolari momenti della vita del sodalizio e nella rievocazione affettuosa dei presidenti e dei collaboratori che hanno segnato i momenti difficili. Un racconto vivo e partecipato di chi ha sempre seguito personalmente tutti gli avvenimenti.
Di lui ci mancherà soprattutto il suo sorriso con cui ci accoglieva e la sua intelligenza con cui risolveva problemi che sembravano insolubili. Ci lascia i suoi studi e le sue ricerche in campo idraulico, un grande insegnamento morale, il suo entusiasmo giovanile per proporre nuovi convegni e future avventure culturali, ma soprattutto Arrigo ci consegna il suo amore per la nostra Accademia che continua ad essere fondamentale nella vita culturale della città.