La Liguria si conferma la prima regione in Italia per incidenza percentuale delle imprese dell’economia del mare

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Rapallo – Il Rapporto Strategico “Liguria 2030” di The European House-Ambrosetti il 2021, anno di ripresa economica, dice che la Liguria ha avuto un tasso di crescita del +6,6% in linea con quello nazionale che, però, non recupera ancora i livelli pre-Covid.

Completano il quadro i dati della Banca d’Italia che dicono che nel 2022 il pil ligure è cresciuto del +3,7%, anch’esso in linea con la media nazionale.

Per il 2023 le stime dell’Ufficio Statistica della Regione Liguria indicano una crescita del pil ligure leggermente superiore a quella nazionale, pari all’1,5% contro l’1,3% dell’Italia previsto da Banca d’Italia.

Il Rapporto, che è stato questa mattina  all’Excelsior Palace Hotel di Rapallo presenta due aree di focalizzazione: la visione di sviluppo “Liguria: dal mare alla vita” e il suo stato di avanzamento e lo stato di sviluppo delle infrastrutture fisiche e digitali.

L’export ha rappresentato un fattore di spinta alla crescita della regione nel 2022, con un tasso del +33% contro una media nazionale del +20% che ha permesso alla Regione di superare per la prima volta i 10 miliardi di euro. Nel 2022 gli occupati della regione sono 616.000, +3,6% rispetto al 2021 (contro una media nazionale di +2,4%).

La Liguria si conferma la prima regione in Italia per incidenza percentuale delle imprese dell’economia del mare sul totale (10,5% contro 3,8% media nazionale), sia per incidenza percentuale del valore aggiunto generato dall’economia del mare sul totale regionale (11,0%) che per incidenza degli occupati (14,4%) e per teus movimentati (35% del totale nazionale).

E’ stato inoltre aggiornato il modello per stimare le risorse del Pnrr che saranno veicolate sul territorio ligure che ha portato a una revisione del valore finale in 6,8 miliardi di euro (il 3,1% delle risorse del Pnrr e del Fondo Complementare) e delle diverse quote di risorse relative alle 6 Missioni del Pnrr alla luce dell’avanzamento del Piano e dell’assegnazione delle risorse. Di questi, il valore più elevato (4,2 miliardi di euro) è confermato essere quello relativo alla Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, mentre quello più basso (190 milioni di euro) si conferma quello della Missione 6 “Salute”. Alla luce dell’aggiornamento del modello, le ricadute del Pnrr sul pil ligure sono stimate in 6,7 miliardi di euro cumulati al 2036 (+11,4% rispetto al 2026 in uno scenario counterfactual senza Pnrr.

Nel disegno di sviluppo della Regione Liguria e di realizzazione della visione “Liguria: dal mare alla vita”, si rileva che  non si può prescindere dalla creazione di un sistema di infrastrutture fisiche e digitali in grado di ridare centralità alla Liguria e connetterla con il resto del mondo.

Considerando le infrastrutture in corso di realizzazione in regione e i ritardi mappati all’interno dei cronoprogrammi di realizzazione è stato possibile aggiornare, ricalcolandolo, l’impatto che tali investimenti possono generare sul sistema economico ligure con un orizzonte di breve e di medio-lungo periodo. Il completamento delle opere infrastrutturali ha un impatto significativo per l’economia ligure che si traduce in un aumento stimato del pil regionale di 3,9 miliardi di euro al 2025 rispetto al 2019 (quantificabile in una crescita del 7,8% rispetto al 2020, anno di partenza degli interventi infrastrutturali considerati), fino ad un aumento del +13,7% al 2030 (per un valore di 6,8 miliardi di euro aggiuntivi). Nel breve periodo, a causa dei ritardi che si stanno accumulando sulle principali opere, le stime hanno quantificato una perdita di valore potenziale di 1,1 miliardi di euro al 2025.

Nel 2022 l’Osservatorio permanente sulle infrastrutture del think tank Liguria 2030 dal 2022, il 56,2% delle famiglie dispone di una connessione fissa a banda larga, posizionando la Regione al 13° posto in Italia. Il think tank “Liguria 2030” ha individuato 4 ambiti di intervento per favorire la crescita sostenibile della Regione: infrastrutture fisiche: fino a 14% di pil potenzialmente abilitato al 2030 grazie alla realizzazione di infrastrutture strategiche per il territorio; infrastrutture digitali: fino a 3% di pil potenzialmente abilitato al 2026 grazie al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano «Italia 1 Giga»; portualità: l’elettrificazione dei porti liguri potrebbe portare a una riduzione tra 300 e 400 mila tonnellate CO2 pari a un valore compreso tra il 6% e il 7% del totale delle emissioni del settore della navigazione nel Paese; nella mobilità è stato sviluppato un business case sui benefici di un paradigma di mobilità urbana avanzata e sostenibile a Genova che possa essere implementato a livello regionale. La diffusione del paradigma della Mobility-as-a-Service e l’elettrificazione del trasporto pubblico locale possono abilitare benefici relativi a minori emissioni (fino al 28% in meno di tonnellate di CO2 generate dal parco circolante al 2021) una minore congestione stradale (fino al 44% in meno di macchine in circolazione) e fino al 58% in meno di tempo perso al giorno nel traffico.

Per Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House-Ambrosetti “le analisi sviluppate nella settima edizione del Rapporto Liguria 2030 sono estremamente positive e restituiscono l’immagine di un territorio dinamico, competitivo su scala nazionale ed internazionale e fortemente orientato all’innovazione. La Liguria nel 2022 ha registrato una crescita in linea con la media nazionale, collocando il territorio sullo stesso livello di altre importanti regioni del Paese e, per il 2023, le stime preliminari indicano un andamento del pil superiore alla media nazionale. Ottimo anche l’andamento delle esportazioni: nel 2022, per la prima volta, il valore dell’export ligure ha superato i 10 miliardi di euro ed ha registrato una crescita maggiore della media italiana. Record i dati del 2022 sull’occupazione e incoraggiante la diminuzione del tasso di neet. Concludo sottolineando come, i quattro ambiti strategici individuati per questa edizione (infrastrutture fisiche e digitali, portualità e mobilità) sono assolutamente prioritari per la crescita sostenibile e duratura del territorio, che deve continuare a rappresentare un hub logistico e polo dell’innovazione del Paese”.

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