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LA SPEZIA – Basta con i tentennamenti: la cyber-security è oggi vitale per la logistica e la portualità, due riferimenti strategici per il Paese. Ne discente che stiamo parlando di due settori di primaria importanza e quindi della sicurezza nazionale.
di Salvatore Avena
Come abbiamo dovuto constatare la logistica e la portualità, per effetto della sua decisa crescita nei sistemi innovativi informatici e digitali, sono sempre più esposte agli attacchi di pirati informatici.
Sul piano normativo la revisione da parte dell’Unione Europea della Direttiva Europea NIS 2” sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi” inquadra il problema in una dimensione più complessa e impone agli Stati membri il dovere di una più puntuale attenzione al tema della cyber- security.
Il sistema articolato della portualità, dove sono sinergici operatori pubblici e privati, utilizza processi informatici e digitali in una logica di interoperabilità.
In sostanza le informazioni e i dati vengono scambiati per definire tutti gli aspetti operativi e i diversi adempimenti normativi che concorrono all’importazione e all’esportazione della merce.
Nel corso degli anni, l’ottimizzazione dei processi ha fatto in modo che il fattore tempo e la certezza del dato rappresentino l’efficienza delle catene di approvvigionamento, vale a dire che la competitività di un sistema portuale oggi non può prescindere da una decisa automazione e informatizzazione.
Questo quadro pone in evidenza che un possibile errore o alterazione nell’interoperabilità dei sistemi IT può causare gravi e pesanti problemi a tutti i soggetti attori nelle catene di approvvigionamento, problemi che vanno da semplici ritardi nelle consegne a danni economici consistenti.
Oggi la criminalità informatica è una minaccia mondiale in continua crescita che mina costantemente tutti i settori che fanno parte della supply chain e recenti attacchi hanno dimostrato che anche i colossi mondiali del settore marittimo risultano essere estremamente vulnerabili.
Alla base della criminalità informatica ci sono diverse motivazioni: c’è chi attacca per un guadagno facile, chi invece lo fa per sottrarre dati e informazioni a scopo politico o per vendere informazioni e chi invece utilizza gli hacker per spionaggi industriali e operativi. Ma questi attacchi informatici oggi sono anche utilizzati come armi offensive con l’obiettivo di destabilizzale o compromettere le economie dei Paesi.
Possiamo affermare dunque e senza paura di essere smentiti che il tema della sicurezza informatica nel settore logistico portuale oggi è estremamente concreto ma, ciò nonostante, il problema resta ancora molto sottovalutato, soprattutto da parte dello Stato che in realtà dovrebbe affrontarlo come un vero e proprio rischio per la sicurezza nazionale.
Il ricorso allo smart working o ai lavori in remoto inoltre espongono le aziende e gli enti che operano nel comparto della logistica e della portualità ad assumere ancor più consapevolmente strumenti di protezione in grado di garantire la sicurezza dei dati e delle informazioni. Obiettivo per il quale è fondamentale la formazione, e poi la formazione continua, del personale e degli operatori.
Come è fondamentale oggi accrescere il livello di consapevolezza per considerare la cyber security come un rischio d’impresa a tutti gli effetti sul quale diventa imperativo investire, così, come da qualche anno avviene nel settore bancario e finanziario, dove i livelli di protezione e di garanzia per i clienti sono costantemente monitorati per contrastare il fenomeno della pirateria informatica.
Per concludere è giunto il momento di iniziare a fare qualcosa di concreto. E per una volta tanto, senza arrivare per ultimi, sarà necessario rendere disponibili competenze e risorse ma anche interventi normativi per favorire gli investimenti nel settore privato.
Perché il rischio è di avere un anello debole nella catena logistica attraverso il quale si può arrivare a compromettere un intero sistema globale di approvvigionamento.
Che significa pregiudicare settori importanti o meglio essenziali dell’economia del Paese, un rischio che non possiamo permetterci!