Capo Horn (Cile) – Con lo storico passaggio da ovest a est di Capo Horn l’Amerigo Vespucci fa rotta lungo le coste del Cile per risalire l’Oceano Pacifico.
L’eco dell’impresa è stata ampia in queste ultime ore sia sui media, soprattutto tv, con gli emozionanti quanto suggestivi video che mostrano la nave più bella del mondo in navigazione in acque insidiose. Ora, come detto, sarà il Cile a fare da cornice al Vespucci.
Il Cile del Sud per la precisione del quale è stato ripreso, sempre sui social, uno scritto di Gaston Soublette Asmussen, filosofo, musicologo e estate cileno che racconta così un aspetto profondo della sua terra:
“Cile” deriva da un nome che gli ha dato l’impero Inca, che significa “La fine”.
Ed è proprio perché fino alla terra di quella che oggi è Antofagasta arrivava più o meno la fine del dominio dell’impero Pre Colombino.
Da lì in poi era una terra indomabile per i potenti Incas, era la fine dell’impero, era il “Cile”.
A sud si trovavano clan di famiglie indigene che vivevano libere, che i loro modelli di leadership, di trattamento delle donne e di intenzioni di potere erano molto lontani da quello che erano finora l’impero Inca, Maya o Azteca.
Una volta chiesero perché i Mapuche non costruissero piramidi o strade come gli Incas e gli altri imperi mesoamericani.
E la risposta è che le piramidi, i sentieri e ogni sorta di struttura importante nell’antichità, sono sempre state costruite sulle spalle degli schiavi.
Invece, i Mapuche sono sempre stati considerati un popolo dove la libertà era un valore sacro.
Per questo, di fronte agli inganni dei conquistatori, i Mapuche non scambiarono mai le loro terre con “chucherias” o con una religione che protetti da una croce convalidavano ogni sorta di crimini. Al contrario, temendo le loro intenzioni di dominazione, hanno opposto loro resistenza per più di 100 anni, come nessun altro clan ha fatto sul continente.
Se venite in Cile non vedrete piramidi, non vedrete santuari costruiti con pietre o fango.
Avevano come santuario la terra e la natura.
Popolo che non si è mai sentito padrone della terra, ma figlio di essa. “