Il mito del Destriero continua a far sognare: oggi al Muggiano per il 30° anniversario di un record imbattuto

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LA SPEZIA – Si celebrerà oggi alle 18 il trentesimo anniversario dell’impresa della nave-mito Destriero di Fincantieri al Cantiere del Muggiano, dove il bolide del mare fu costruito.

Interverranno il presidente di Fincantieri, generale Claudio Graziano e saranno presenti, tra gli altri, il sottosegretario alla Difesa senatrice Stefania Pucciarelli, l’onorevole Raffaella Paita, Presidente Commissione Trasporti della Camera, e il Presidente della Fondazione Fincantieri, generale Carlo Magrassi.

Piace riprendere, per l’occasione il titolo “Il Destriero fa ancora sognare” a un articolo di Corrado Ricci sulla rivista Nautica, articolo che riassumiamo ma che invitiamo a leggere, racconto completo di una impresa a tutt’oggi ritenuta irripetibile anche perché, come leggerete più avanti, ha segnato un vero spartiacque nella nautica mondiale: c’è stato un “prima” Destriero, e un “dopo” Destriero.

E intanto a trent’anni dalla conquista del Nastro Azzurro c’è chi finalmente torna a coltivare il progetto di recuperare lo scafo – 67,70 metri di lunghezza, largo 13-, che si trova nei cantieri Lurssen di Brema in Germania, per destinarlo, previo restyling e configurazione interna per la narrazione multimediale, a un futuro espositivo. A guidare l’iniziativa sono gli Stati Generali del Patrimonio Italiano con la Fondazione Fincantieri, braccio culturale del colosso industriale dove Destriero, un bolide a idrogetto, fu costruito. Il primo passo – racconta Corrado Ricci – è verificare la disponibilità dell’armatore, il principe ismaelita Karim Aga Khan, a donare la nave-mito.

E qualcosa di più si potrà forse sapere oggi nello stabilimento Fincantieri nel Golfo della Spezia dove la nave in lega leggera prese forma e dove si ritroveranno i protagonisti dell’impresa a cominciare dal pilota e responsabile del Destriero Challenge, Cesare Fiorio, per celebrare il primato imbattuto: 58 ore, 34 minuti e 50 secondi per attraversare l’Atlantico, da Ovest a Est, dall’Ambrose Light al faro di Bishop Rock, in Inghilterra, 3.106 miglia percorse alla velocità media di 53,09 nodi, pari a 98,323 chilometri orari, con punte di 65.

Il Destriero tagliò il traguardo alle ore 5:14:40 del 9 agosto 1992 stabilendo il nuovo record (il precedente apparteneva al catamarano inglese Hoverspeed che aveva attraversato l’oceano in 21 ore in più).

Quello del Destriero inoltre non fu solo un grande successo sportivo ma un trionfo industriale,  perché il primo risultato, dopo il disegno della carena ad opera di Donald Blount e le prove in vasca, fu il tempo in cui venne costruito: nove mesi, dal taglio della prima lamiera al Muggiano, il 2 luglio 1990, fino al varo, il 27 marzo del 1991, nelle acque del Golfo della Spezia, grazie ai lavoratori che lavoravano giorno e notte nella condivisione del progetto che aveva in prima linea Karim Aga Khan presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, Gianni Agnelli presidente della Fiat, Franco Nobili presidente dell’Iri e Enrico Gattai presidente del Coni.

Inoltre tutto questo accadeva – potenza dei simboli – 500 anni dopo l’impresa di Cristoforo Colombo (che ci mise 79 giorni ad attraversare l’Atlantico) e 59 anni dopo il Rex, che, con il comandante lericino Francesco Tarabotto,  impiegò 4 giorni, 12 ore e 53 minuti.

“Storie diverse – annota Corrado Ricci – ma stesso Dna nel felice mix di avanguardia tecnologica e bisogno di sfida, quella che apre nuovi orizzonti, grazie a uomini determinati, coraggiosi e lucidamente folli. Come i membri dell’equipaggio del Destriero, consapevoli – a cominciare dal comandante Odoardo Mancini, scomparso il 6 febbraio del 2007 – dei rischi che avrebbero corso ma anche delle potenzialità della nave”.

Ed è il Destriero che tuttora detiene il record di velocità nella traversata atlantica per la quale fu premiato con il Columbus Trophy, dello Yacht Club New York, e con il Virgin Trophy messo in palio da Richard Branson che con Virgin Atlantic aveva conquistato il record nel 1986.

“Destriero – sottolinea Cesare Fiorio – ha segnato un vero spartiacque nella nautica mondiale: c’è stato un “prima” Destriero, e un “dopo” Destriero. Il fatto che dopo 30 anni, nonostante i vari tentativi, il record sia ancora imbattuto rende ancora più grande l’impresa che abbiamo compiuto insieme a tutti coloro che hanno ideato, sostenuto il progetto e partecipato al suo successo. Impossibile cancellare i ricordi dei mesi trascorsi per la messa a punto o la tensione delle due notti sull’Oceano con i motori che spingevano al massimo e anche di più. Volevamo un record inattaccabile. Fino ad ora ci siamo riusciti”.

Ho chiaramente presente anch’io quell’impresa fantastica, l’attesa e la trepidazione, insieme alla tifoseria, a sostegno di una sfida che condividevo con amici che facevano parte dell’equipaggio e che ebbi la gioia di andare a salutare per primo al largo dell’Isola del Tino, ospite a bordo di una motovedetta della Polizia di Stato, poco prima che Destriero, apparso all’orizzonte, entrasse nelle acque del Golfo in quel suo ritorno trionfale.

Enzo Millepiedi

 

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