Il lungo sonno della nave Margaret adagiata sul fondo del Golfo dalla notte nella quale affondò

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LA SPEZIA – 2 dicembre 2005, una tempesta di quelle che raramente fanno visita al nostro Golfo, talmente violenta da far deviare la rotta a una nave di 84 metri e farla andare contro gli scogli della diga: da quella notte la georgiana Margaret dorme appoggiata sul fondo del mare.

Era la notte tra il 2 ed il 3 dicembre quando un improvviso temporale si abbatté nella nostra città, generando venti di libeccio che sfiorarono i 50 nodi e facendo crescere la furia del mare fino ad arrivare a forza 5.

Quella notte la cementiera, partita da Genova e diretta al porto bulgaro di Varna, avendo compreso il potenziale pericolo di un proseguo della rotta in quelle condizioni meteo, contatta la capitaneria del porto della Spezia per chiedere il riparo dalla furia della tempesta. Quella scelta le fu fatale.

Giunta la richiesta di aiuto in attesa di un miglioramento delle estreme condizioni meteo, i militari contattano il capitano della nave fornendogli coordinate precise che, purtroppo, sottoposte a un errore di posizionamento, fecero immediatamente apparire il destino della cementiera sempre più buio.

La forza delle onde strappa con forza gli ancoraggi dell’imbarcazione facendola impattare con violenza sugli scogli della diga foranea causandone l’affondamento. Da allora, non se ne è mai più andata. È ancora li.

Dal momento dell’impatto appare subito evidente di come fosse impossibile un recupero della nave quindi i soccorsi si focalizzano esclusivamente sulla messa in salvo dell’equipaggio che, grazie alla bravura e preparazione della Guardia Costiera intervenuta con mezzi navali ed elicotteri, le vittime di quella tragica notte ammontano a zero.

Non tutto, però, è risolto: un relitto a pochi metri dagli allevamenti di mitili potrebbe mettere, con le fuoriuscite di sostanze inquinanti come il carburante, a serio rischio i nostri “muscoli” e di conseguenza un pezzo della nostra economia locale.

Il posizionamento di pannelli, per contenere lo svuotamento di queste sostanze, e il pronto intervento della società olandese Neri/Smit, arginano il potenziale disastro ambientale che, dopo diversi studi, è stato classificato “a basso rischio”.

Sono passati ormai sedici anni da quando Margaret dorme adagiata sul fondale del nostro Golfo; per cui se siete tra i curiosi che amano le immersioni, concedetele una visita.

 

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