Genova – “Il decreto salva-pesca del Governo che ha stanziato 20 milioni di euro per tutti i comparti del settore in Italia dallo strascico all’acquacoltura non può essere considerato un punto di arrivo, ma solo l’inizio di un nuovo percorso”.
Lo sostiene Alessandro Piana vicepresidente della Regione Liguria con delega alla Pesca. Un percorso – spiega – che deve portare alle riforme strutturali necessarie per la marineria. Per di più pesa il cronoprogramma dei pagamenti, visto che i tempi di attuazione rimangono alti: molti pescatori attendono ancora parte degli stanziamenti pregressi. Una situazione insostenibile che ci porta a cercare di trovare velocemente fondi e risorse per poter dare anche una minima risposta al caro gasolio, sempre più al centro di dannose speculazioni”.
“Per questo proponiamo un bando per compensare le perdite di reddito delle categorie interessate tramite le risorse del Feampa 2021-2027, come definito all’ultimo tavolo di coordinamento tra le Regioni e il Comitato Tecnico. Al contempo non sono procrastinabili le riforme strutturali: serve sbloccare immediatamente i vecchi fermi biologici, aumentare e prorogare il credito di imposta e snellire la burocrazia. Occorre anche sostenere l’attivazione di procedure semplificate di accesso al credito e rivedere il sistema di garanzie sui mutui in favore delle imprese di pesca ed acquacoltura che hanno subito l’incremento dei costi energetici. Il mondo della pesca non può restare schiacciato da costi troppo elevati”.
«Con la stagione turistica imminente – conclude Piana – rischiamo di perdere il tessuto produttivo delle nostre aziende che sostiene centinaia e centinaia di famiglie e di non disporre di un prodotto di qualità, salubre e fresco da portare in tavola. Un paradosso, considerato che la Liguria è meta di viaggio anche per il forte richiamo del settore gastronomico».