La Spezia – Genova – Come già scritto l’obiettivo del convegno che si è tenuto a Genova sullo stato di attuazione della Piattaforma Logistica Nazionale e l’interoperabilità tra i sistemi informativi era di analizzare la transizione digitale della filiera Trasporto, Logistica e Shipping.
di Enzo Millepiedi
E di analizzarla attraverso esempi e tecnologie frutto di best practices nel settore di riferimento, pannel al quale è stato chiamato, tra i quattro relatori, Salvatore Avena, amministratore delegato della società La Spezia Port Service.
Va subito detto che l’esempio riferito a quanto avvenuto e avviene nel Porto della Spezia è stato non solo significativo ma calzante ai fini del processo di lancio (più che di rilancio) della Piattaforma da parte della Logistic Digital Community, la prima comunità virtuale che fu costituita nel capoluogo ligure nell’ottobre del 2021, su iniziativa di Federlogistica e di ConftrasportoConfcommercio.
A raccontare le innovazioni (attuate) è stato come detto un ascoltato Salvatore Avena sviluppando il titolo “L’esperienza in atto nel porto della Spezia in tema di interoperabilità dei sistemi”. E che ha prima descritto sia pure schematicamente le complesse attività che dirige e cioè la gestione della documentale doganale dell’ultimo miglio della merce in export e import per conto degli operatori (controllo di varco), gestisce per l’Autorità di Sistema la Port Community System APNET del Porto della Spezia e di Marina di Carrara, del Centro Unico dei Servizi di Santo Stefano Magra (S.U.DO.CO), lo sviluppo software per la gestione delle visite operatori – Progetto DMC 12, lo sviluppo e la gestione del banco svincoli (dialogo telematico spedizionieri-agenti), il coordinamento del processo telematico della pesatura dei contenitori in export VGM «verifica massa lorda» con operatori, LSCT e servizio interchange e che edita la testata giornalistica online portlogisticpress.it
“L’interoperabilità dei sistemi nei porti e nella logistica – ha poi detto Avena – è un concetto chiave per garantire un flusso efficiente delle merci e delle informazioni lungo l’intera catena di approvvigionamento, efficienza operativa e certezza del dato. E’ lo sviluppo delle capacità dei diversi sistemi IT di comunicare, collaborare e scambiare dati in modo fluido e armonizzato.
Spiegando subito dopo sia perché è fondamentale l’interoperabilità per i vantaggi che sono la standardizzazione dei dati, l’integrazione dei sistemi IT e le tecnologie, lo scambio di informazioni in tempo reale, l’automazione dei processi, la collaborazione tra gli attori coinvolti e maggiore sicurezza, ha anche indicato che cosa limita oggi l’interoperabilità e cioè le diverse velocità nell’innovare delle pubbliche amministrazioni e il poco dialogo fra le stesse, la scarsa conoscenza dell’operatività nell’ambito della supply chain degli sviluppatori e degli analisti, la dispersione di risorse pubbliche in progetti troppo ambiziosi, il sotto dimensionamento delle imprese che operano nella portualità e nella logistica, la mancanza di una visione di sistema nell’intera catena logistica e dell’ultimo miglio. E ha avvertito che “i progetti di sistema non sempre replicabili in altre realtà operative”
A quel ‘punto dopo aver delineato il ruolo dell’Agenzia Dogane Monopoli nei processi di interoperabilità e ricordato che oggi il tracciato doganale è diventato il linguaggio con il quale si scambiano i dati e le informazioni tra Operatori doganali e Società Importatrici o Esportatrici ha spiegato in che cosa consista la nuova fase avviata con l’introduzione dei nuovi tracciati doganali previsti a livello comunitario (H1) e il nuovo sistema di gestione dei manifesti che a sua volta ha previsto la reingegnerizzazione dei manifesti merci in arrivo (MMA), dei manifesti merci in partenza (MMP) e che a regime il nuovo processo consentirà la dematerializzazione dei documenti ancora cartacei, grazie alla possibilità di trasmettere il fascicolo elettronico delle polizze di carico.
Avena ha poi aperto una parentesi sulla evoluzione della lettera di vettura, e-CMR, descrivendone le caratteristiche: è un documento digitale ovvero una sorgente di dati non alterabile e antifrode, è anche un unico documento digitale accessibile in real time da tutta la supply chain, favorisce l’abbattimento dei costi gestionali ed è uno strumento per l’interoperabilità e per fluidificare la supply chain dell‘ultimo miglio.
Tra le esperienze innovative nel porto della Spezia: le sperimentazioni ha indicato i CAD, Centri di assistenza Doganale, il Pre-Clearing (sdoganamento in mare), l’evoluzione Smart Terminal e il già citato Centro Unico dei Servizi insieme al S.U.DO.CO come nuova piattaforma single window, descrivendo infine quali sono “le nostre azioni di sviluppo nella logica dell’interoperabilità tra le quali il Banco svincolo telematico – interfaccia fra spedizionieri e agenti marittimi per lo svincolo delle polizze, il Sistema Solas VGM – interfaccia fra terminal – operatori di varco – spedizionieri e il Software per la gestione delle visite operatori – Progetto DMC 12 e interfaccia S.U.DO.CO.
Ma c’è di più, su due temi di grandissima attualità innovativa sulla quale si sta lavorando: “il 5G – In accordo con la Tim siamo i primi operatori a dotarci di una bolla esclusiva per gestire più rapidamente il flusso dati dei controlli al C.U.S e l’intelligenza artificiale nell’ambito del quale il nostro ufficio IT sta addestrando un algoritmo per estrarre i dati salienti della lettera di vettura (targa contenitore e spedizioniere)”.
Come si vede è stato un intervento tecnico-economico accompagnato da slide esplicative non solo dei processi in atto ma di tutta la complessa struttura collaudata che presiede con risultati apprezzati tutte le operazioni logistico portuali dell’Authority dei Porti della Spezia e di Marina di Carrara, intervento che ha suscitato intanto qualificate attenzioni in quanto progetto attuato.
(2 – Fine).