Gentiloni: ecco il Data Hub unico europeo doganale digitale e centralizzata che sostituirà i 111 sistemi nazionali

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Bruxelles – Il commissario per l’Economia, fiscalità e unione doganale, Paolo Gentiloni, ha presentato la proposta di riforma del sistema doganale, il “Data Hub unico europeo”, la nuova unione doganale digitale e centralizzata a prova di e-commerce.

Si prevede che il nuovo sistema dovrà essere attivo nel 2028 e a regime nel 2038 come unico portale con tutte le informazioni delle merci, e requisiti di conformità a standard europei. Tra le novità c’è che i commercianti dovranno pagare tutte le tasse prima della consegna.

In un ampio e articolato servizio Emanuele Bonini su “Eunews – L’Europa come non l’avete mai letta” spiega i particolari di questa riforma epocale che dovrebbe comportare, nelle intenzioni, meno documenti cartacei, meno procedure burocratiche, più digitalizzazione e soprattutto più centralizzazione.

Secondo la proposta di riordino della Commissione europea perno centrale della riforma, che scatterà nel 2028, è il Data Hub, portale unico europeo on-line, che sostituirà gli attuali 111 sistemi informatici nazionali, nel 2038.

Qui verranno caricati e raccolti tutti i dati delle imprese attive nel commercio all’interno del mercato unico.

La gestione sarà a livello europeo perché con il nuovo ‘cervellone’ verrà istituita una autorità doganale dell’Ue con il compito di supervisionare l’hub di dati doganali.

La Commissione europea stima che attraverso questo nuovo modo di gestire i flussi commerciali le autorità nazionali risparmieranno collettivamente fino a 2 miliardi di euro all’anno in costi operativi e saranno maggiormente in grado di riscuotere entrate, mentre i commercianti, tra meno oneri burocratici, risparmieranno fino a 2,7 miliardi di euro l’anno in totale.

“E’ la riforma più ambiziosa che proponiamo dal 1968, da quando esiste l’unione doganale – dice Paolo Gentiloni – che produrrà un cambiamento di vasta portata in quanto ogni singola informazione sarà immagazzinata in un singolo portale. Questa riforma – continua Gentiloni – ridurrà la burocrazia e i costi di conformità per le imprese, creerà maggiore trasparenza e certezza per i cittadini dell’Ue quando fanno acquisti online e introdurrà procedure più semplici e innovative per le autorità”.

E spiega nel suo articolo Emanuele Bonini che le piattaforme dovranno dimostrare che i beni che vendono nell’Ue sono conformi a tutti i nostri standard e alla legislazione sulle importazioni, rassicurando i consumatori dell’UE che i loro beni sono sicuri e sostenibili Inoltre i venditori online dovranno addebitare i dazi doganali in anticipo in modo che gli acquirenti possano essere sicuri che non ci saranno sorprese alla consegna, con sovrapprezzi.

Ancora, la riforma abolisce l’attuale soglia in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazio doganale, eccezione “fortemente” sfruttata per eludere il fisco. A Bruxelles si calcola che fino al 65 per cento di tali pacchi che entrano nell’Ue sono attualmente sottovalutati, per evitare i dazi doganali all’importazione.

Il Data Hub aprirà per le spedizioni di e-commerce nel 2028, seguito (su base volontaria) da altri importatori nel 2032. Una revisione in 2035 valuterà se questa possibilità potrà essere estesa a tutti i trader quando l’Hub diventerà obbligatorio a partire dal 2038.

Un’ultima, non secondaria annotazione è che nel mirino finisce soprattutto l’e-commerce, tutto ciò avviene su internet con le ripercussioni pratiche in termini di consegna e scambi. La riforma intende rispondere in particolare proprio alle attuali pressioni in cui operano le dogane dell’Ue, tra cui “un enorme aumento dei volumi degli scambi, in particolare nel commercio elettronico“, un numero in rapida crescita di norme dell’Ue che devono essere controllate alla frontiera. Si prevede che il nuovo regime per l’e-commerce apporterà entrate doganali aggiuntive per un miliardo di euro all’anno.

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