Genova – I piani e i progetti che si stanno attuando in Europa per ridurre e annullare fino al 2050 l’impatto della produzione di acciaio nell’emissioni di inquinanti e di gas serra sono numerosi ma, se l’innovazione sostenibile non lo sarà anche economicamente per le aziende, si correrà il concreto rischio di escluderne parecchie dal mercato.
È quanto emerso dal terzo convegno organizzato da Federmanager Liguria dedicato alla Smart Tranistion dal titolo “Steel Industry: eco-logical transition” che ha visto la partecipazione delle più importanti aziende liguri del settore siderurgico.
La decarbonizzazione del sistema energetico dell’Unione Europea è un obiettivo primario che si cerca di raggiungere tramite programmi ambiziosi quali Horizon Europe, Green Deal, Shaping Europe’s Digital Future o European Battery Alliance che daranno priorità all’efficienza energetica puntando a una quota di almeno il 32% di energia rinnovabile e di almeno il 32,5% di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030.
Per ilpresidente di Federmanager Liguria Marco Vezzani “Tutte le nostre aziende del comparto, leader nel mondo con importanti uffici in Liguria, si stanno attrezzando verso la direzione della transizione ecologica con anche soluzioni innovative: si tratta sia di competenze che affondano le loro radici grazie all’eredità di aziende come Italimpianti e Ansaldo sia di tantissime altre che hanno dato frutti che continuano a germogliare e di cui siamo orgogliosi”
Un ruolo fondamentale dovrà essere svolto dall’industria siderurgica dato che il fabbisogno mondiale di acciaio è previsto aumentare del 20% nel 2050 e che oggi contribuisce per il 6-8% alle emissioni globali di CO2. Da ciclo integrale, infatti, si rilasciano, indicativamente, due tonnellate di anidride carbonica per ogni tonnellata di acciaio prodotto mentre da ciclo elettrico le emissioni sono pari a circa 300-400 chilogrammi ogni tonnellata di acciaio prodotto.