Genova – Federlogistica lancia l’allarme: i lavori sulla rete ferroviaria rischiano di far collassare il Sistema Italia.
Le motivazioni sono incontestabilmente valide, specie se attengono alla necessità di costruire nuove linee o di assicurare la manutenzione di quelle esistenti. Ciò che non funziona è l’assenza di qualsiasi programmazione discussa coinvolgendo i principali soggetti istituzionali del settore trasporti (ANAS, MIT, Regioni e Associazioni) e specialmente gli operatori, con l’obiettivo di armonizzare gli interventi infrastrutturali sulla rete ferroviaria con le esigenze operative delle imprese. Il rischio è di mettere in ginocchio il sistema logistico nazionale e con questo, a ricaduta immediata, l’intero sistema economico e produttivo del Paese.
Federlogistica, per voce del suo Presidente Davide Falteri, non si limita a far scattare l’allarme a livello nazionale evidenziando sulla mappa dei cantieri di lavori alla rete ferroviaria veri e propri choke point ad altissimo rischio; chiede urgentemente al Ministero dei Trasporti e a RFI l’immediata apertura di un tavolo permanente di concertazione, tavolo sul quale cala tre proposte concrete.
- Condivisione preventiva dei cantieri di rilevanza logistica, con un anticipo minimo di 6 mesi, e con la possibilità per le imprese di proporre soluzioni alternative o correttive.
- Attivazione di percorsi ferroviari alternativi, laddove possibile, o di piani compensativi condivisi tra ferro e gomma, coinvolgendo ANAS, MIT, Regioni e Associazioni.
- Monitoraggio operativo durante i cantieri, con una cabina di regia mista pubblico-privato che valuti in tempo reale criticità, flussi deviati, e impatti concreti sulla filiera.
“Una logistica moderna – afferma Falteri – si costruisce insieme. Nessuno contesta la necessità di migliorare la rete ferroviaria. Ma una logistica efficiente non si costruisce “nonostante” le imprese, bensì “insieme” alle imprese. Chi gestisce l’infrastruttura ha il dovere di dialogare con chi ogni giorno la utilizza, per evitare che l’intervento tecnico diventi un freno se non un vero e proprio tracollo economico”.
Secondo il Presidente di Federlogistica, “I cantieri previsti nel mese di agosto 2025, e in particolare la sospensione totale dei collegamenti ferroviari con il porto di Genova per ben tre settimane, si tradurranno in un punto di rottura, frutto di un fermo senza precedenti: e senza condivisione. E il porto di Genova è uno snodo cruciale del corridoio europeo Reno-Alpi. Isolarlo dalla rete ferroviaria per tre settimane significa mettere in difficoltà l’intero Nord Italia. Significa più camion su strada, più congestione autostradale, più emissioni, più costi per le imprese. E – aspetto non secondario – significa indebolire il ruolo logistico e competitivo dell’Italia nel Mediterraneo”.