LA SPEZIA – Funziona l’accordo volontario Blue Flag delle Compagnie di navigazione per ridurre di 5 volte le emissioni delle navi all’ormeggio al Terminal Cruise del Porto della Spezia.
Lo dicono i dati Arpal in netto miglioramento dal 2019 ad oggi e soprattutto nel 2023 con l’uso, quando entrano nel Golfo e per il periodo di sosta in banchina, di un combustibile a basso tenore di zolfo.
Preso come riferimento il limite annuo massimo previsto per legge che è di 40 microgrammi di biossido di azoto al metro cubo, dopo lo sforamento a 44 microgrammi nel 2017 e l’intervento sulle auto Euro 2, in Via San Cipriano si è scesi a 37 milligrammi nel 2019 e si è poi scesi progressivamente fino a 29 milligrammi nell’anno appena concluso.
Nel complesso però la quota di smog (o inquinamento) attiene solo in parte residuale alle navi da crociera che incide per il 7 per cento sul totale, poiché il 30 per cento è prodotto dal traffico veicolare e ben il 63 per cento dagli impianti di riscaldamento degli edifici cittadini.
Così certificano i dati ufficiali delle rilevazioni dell’Arpal come ricordato anche questa mattina su Secolo XIX dall’assessore all’ambiente del Comune della Spezia Kristopher Casati .
D’altronde anche i dati nella suddivisione delle fonti delle emissioni di CO2 – come già evidenziato e come riportato nella tabella sopra il titolo – ci dicono che il contributo derivante dai trasporti è il 16,2 per cento delle emissioni globali di gas serra così suddiviso: 11,9 per cento dal trasporto su strada, aviazione l’1,9 per cento, navale 1,7 per cento, ferroviario 0,4 per cento, trasporto combustibili e materie prime (esempio petrolio, gas, acqua o vapore) 0,3 per cento.