Davide Falteri (Federlogistica): si faccia chiarezza su Ram Rete Autostrade Mediterranee e sui Port Community Systems 

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Genova – “Siamo preoccupati e chiediamo al Ministero dei Trasporti un repentino cambio di passo per evitare un nuovo fallimento dopo l’esperienza di Uirnet facendo chiarezza sulle funzioni di Ram Rete Autostrade Mediterranee e sui Port Community Systems, Pcs.

E’ il segnale di allarme lanciato dal vicepresidente di Federlogistica-Conftrasporto e responsabile del progetto digitalizzazione, Davide Falteri che prosegue: “Sul fronte Pcs non sono emersi sviluppi significativi: a Genova, ad esempio, in qualità di principale porto del Paese, il 31 marzo scadrà la proroga del servizio in atto e non si parla ancora della nuova gara con il rischio di una brusca interruzione di un servizio essenziale. Pare non andare meglio negli altri porti dove alcune AdSP stanno valutando di inserire il Pcs tra i servizi di interesse generale, sottoponendoli quindi a una conseguente regolamentazione da parte della Autorità di regolazione dei trasporti. Molte Autorità, in carenza di indicazioni univoche, dispongono ancora di Port Community Systems e quelli esistenti non dialogano tra loro”.

E, secondo Federlogistica, questa è solo la punta dell’iceberg di una “non realtà” che è carente di norme, ma specialmente di contenuti, Federlogistica che fissa tre punti base di riferimento:

1) La digitalizzazione è la chiave di volta per il rilancio dei porti e del sistema logistico italiano. Essa non solo rappresenta un’opportunità ma è diventata una necessità per i trasporti.

 2) Al di là di dichiarazioni di impegno, il progetto rischia di arenarsi al punto di partenza: ad oggi non risulta speso un singolo euro delle risorse messe a disposizione a questo fine dal Pnrr.
3) Per costruire un futuro sarebbe necessario definire una chiara visione di insieme e non ripercorrere gli errori del passato. Per evitare un nuovo fallimento dopo l’esperienza di Uirnet e le decine di milioni spesi, occorre implementare subito nuove strategie che consentano operativamente di procedere in tema di digitalizzazione, non solo per evitare un macroscopico spreco di risorse pubbliche ma anche per rendere più competitivo il settore.
Insieme all’allarme lanciato da Davide Falteri c’è forte l’auspicio che si intervenga subito e con un poderoso cambio di marcia.

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